Sabato 27 maggio presentazione a Sparanise de “I pascià” di Salvatore Minieri, il libro portato in tutta Italia, ma “non leggibile” nell’area di Casal di Principe e tra le associazioni anticamorra della zona

Sabato 27 maggio presentazione a Sparanise de “I pascià” di Salvatore Minieri, il libro portato in tutta Italia, ma “non leggibile” nell’area di Casal di Principe e tra le associazioni anticamorra della zona

SPARANISE – Si terrà sabato prossimo, 27 maggio alle ore 18, presso l’Aula Consiliare del Comune di Sparanise in provincia di Caserta, la presentazione del libro di Salvatore Minieri, “I Pascià, storia criminale del clan Bardellino e della discoteca Seven Up”. Il romanzo di cronaca, giunto alla sua terza ristampa, ripercorre quarant’anni di storia criminale occulta tra l’agro casalese e Roma, tra Londra e Formia, tra le ville dei narcos di Pablo Escobar e una megadiscoteca costruita nel quartiere marino di Gianola, alle porte del Lazio, dove arrivava tutta la droga da spacciare nelle centrali criminali italiane.

Il lavoro editoriale, interamente basato sui documenti ufficiali e fatti di cronaca tra i più oscuri della storia del Clan dei Casalesi, è stato presentato in tutta Italia, ma non nel territorio di genesi delle vicende narrate: San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe e Casapesenna. Nel triangolo che si sviluppa intorno a uno dei territori criminali più caldi d’Europa, il volume di Salvatore Minieri continua a trovare una strenua ritrosia alla diffusione. Dimostrazione indiscutibile della capacità censoria e “silenziatrice” della mafia casertana.  Nemmeno nella pur vasta rete di associazioni anticamorra del territorio, il volume ha mai trovato terreno fertile e voglia di approfondirne gli argomenti con una presentazione. Un caso davvero singolare, nel panorama della pubblicistica nazionale.

L’appuntamento di sabato prossimo a Sparanise, sarà anche l’occasione per fare il punto sulla terribile situazione ambientale della zona nord del casertano e per tracciare dei paralleli con la vicenda della discarica di Borgo Montello nel Lazio (un capitolo de “I Pascià” analizza, per la prima volta, connessioni e incroci di mafia in quell’area), dove venne assassinato il prete della città, don Cesare Boschin, reo di aver formato un comitato di lotta contro gli strani traffici che gravitavano intorno ai terreni di alcune famiglie mafiose. Tra queste, appunto, anche i Bardellino che – da Borgo Montello – partirono per la loro inarrestabile scalata al crimine europeo.

C.S.

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