CAPUA – I busti argentei, custoditi nella chiesa Cattedrale di Capua, saranno esposti al pubblico e portati in processione il prossimo 5 maggio.
Capua, che rinnova una tradizione antichissima e
che per l’occasione metterà in esposizione un
vero e proprio patrimonio, oltre che religioso
anche di rilevante importanza culturale.
La notizia dell’evento trova conferma nelle parole
di don Gianni Branco, rettore delle Parrocchie di
Capua centro.
Gli argenti sono frutto delle “limosine dei fedeli”,
quei credenti che non hanno mai privato la
Chiesa di Capua del supporto per opere caritatevoli
ed a testimonianza di una fervente professione
di fede.
È il caso dei busti in argento, custoditi all’interno
della Cattedrale, dedicata alla Beata Vergine Assunta
in Cielo.
La collezione risulta unica e di pregevole fattura,
opera degli artigiani “artisti” del settecento napoletano.
Occasione unica, inoltre, per ammirarli, la toccante
Processione, fermamente voluta dall’Arcivescovo
Salvatore Visco, sollecitato ed informato
di tutto il programma, proprio dal rettore della
Cattedrale, don Gianni Branco.
Le statue sono conservate negli armadi murali
della Cappella del Santissimo Sacramento e raffigurano
Santo Stefano protomartire (sec. XVIII);
Sant’Agata, vergine e martire (sec. XVIII); Sant’Irene
(sec. XVII); l’Addolorata (sec. XVIII); San
Sebastiano (sec. XVI); Sant’Andrea Avellino (sec.
XVIII); San Gaetano Tiene fondatore dei Chirici
Regolari (sec. XVIII); l’urna argentea di San Prisco,
vescovo e martire (sec. XI), il cui busto argenteo
fu distrutto durante l’ultima guerra.
Ma nel Tesoro ve ne erano altre, anch’esse d’argento.
Sono quelle di San Michele Arcangelo, di
San Francesco Saverio e di San Tommaso
D’Aquino, commissionate dal Cardinale Arcivescovo
Caracciolo, e quella di Santa Maria Maddalena
dei Pazzi che fu distrutta durante il conflitto
bellico nel1943.
Fonti testimoniali scritte, sicuramente tramandate
anche verbalmente, riconoscono di maggiore
intensità artistica una statua raffigurante
San Tommaso D’Aquino, che, forse, sarebbe stata
liquefatta per ordine del Borbone.
La processione dei busti, nel corso della storia, rispettava
un cerimoniale ben definito. Le fonti storiche,
arricchite dai saggi di Michele Monaco, farebbero
risalire il rito già al Seicento, in occasione
della festa di San Marco, il 25 aprile.
Fonte autorevolissima quella di Michele Monaco
che, in quegli anni, fu designato cappellano e predicatore
del monastero di San Giovanni delle Monache
di Capua. In seguito fu esaminatore
sinodale, canonico della Basilica Cattedrale, rettore
del Seminario, rettore, confessore e direttore
spirituale del monastero e mantenne tale incarico,
conferitogli dal cardinale Bellarmino, fino
alla morte.
Ad aprire il corteo, come tradizione, ci saranno le
congreghe cittadine, ognuna con la propria veste;
una delegazione dei Carabinieri in alta uniforme,
la Croce Rossa, la Protezione Civile e le autorità
civili della città.
Si racconta che, proprio in occasione della Processione,
era uso benedire i campi fuori l’antica
Porta del Ponte, praticamente Porta Roma.
Il rituale della processione aveva inizio dalla Cattedrale
alle nove del mattino e si dirigeva verso la
Porta del Ponte. Durante il cammino, venivano
recitate le antifone, tra cui la “Rogamus te, Domine”
e quando si giungeva al termine, il sacerdote
poneva la croce davanti alla porta. Questa
croce era ricavata dalla cera avanzata del Cero Pasquale,
qualche volta mischiata con altra cera
nuova. Il rito di porre le croci davanti alle porte
della Città era fatto anche prima dell’Ascensione.
Quando, nel 1700, il Tesoro della Cattedrale si arricchì
di molte statue d’argento, opere dei maestri
argentieri napoletani, si arricchì anche la processione.
I busti dei Santi Patroni e Compatroni della
Citta’ di Capua entrarono di diritto a far parte del
solenne rito. Nel prosieguo delle celebrazioni, il
percorso dei busti venne modificato, in particolare
nel centro storico, sicché dalla Cattedrale si
procedeva verso la parrocchia di San Marcello o
di San Michele a Corte.
Il Capitolo, i Seminaristi, cantando le litanie dei
Santi invocavano per il popolo il buon raccolto
dei contadini. Le “Rogazioni” terminavano in Cattedrale
con l’oremus finale cantato dal Decano.
Per quanto riguarda i periodi per così dire più recenti,
la Processione si tenne nel 1941, epoca del
Secondo conflitto mondiale e poi nel 1967.
Interessante sapere che nel novembre del 1966, in
occasione del millenario della Sede episcopale
elevata a dignità Metropolitana da papa Giovanni
XIII, furono portate in processione solo tre statue
argentee.
C.S.
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