NAPOLI – Dei provvedimenti cautelari, 27 sono di custodia in carcere, 9 per gli arresti domiciliari e in un caso il gip ha disposto il divieto di dimora. I carabinieri li hanno notificati a Napoli, Casoria, Torre Annunziata e Brescia. Gli indagati a vario titolo sono accusati di associazione a delinquere, furto e ricettazione. Le indagini hanno mostrato che ad agire erano quattro bande tra loro collegate, dedite una all’effettuazione dei furti, un’altra all’occultamento del bottino e un’altra ancora alla ricettazione e rivendita degli oggetti preziosi rubati, prevalentemente a persone residenti nel nord d’Italia. L’inchiesta e’ partita da una serie di denuncie, spesso tardive, di furti effettuati in appartamenti dei quartieri ‘bene’ di Napoli, di Posillipo e Chiaia, luoghi in cui i ladri erano entrati, quasi sempre in assenza di chi vi abitava, servendosi di chiavi duplicate e solo in alcuni casi forzando serrature. Agli investigatori non e’ sfuggito che c’era un modus operandi costante, che partiva da una individuazione delle vittime molto accurata, attraverso conoscenza diretta della disponibilita’ economica oppure riferita da persone di fiducia, con sopralluoghi e una pianificazione del ‘colpo’ molto accurata anche per individuare gli attrezzi piu’ idonei. Anche le intercettazioni telefoniche mostrano questa abilita’ e specializzazione del gruppo criminale, che dice “andare a pescare” quando doveva compiere il furto e chiama gli attrezzi da utilizzare “esche” o “lenze”.
Un componente della banda effettuava anche una chiamata sul telefono fisso del proprietario di casa per avere conferma dell’assenza della famiglia. I furti, infatti, avvenivano soprattutto nei fine settimana, durante le festivita’ e persino nei giorni successivi alla morte dell’unico abitante dell’appartamento prescelto. In un caso, il furto e’ avvenuto durante la celebrazione del funerale. Per evitare sorprese, i ladri lasciavano perfino un foglietto in un punto della porta d’ingresso, in modo che il resto della banda potesse essere sicuro, se il foglietto non era stato spostato, nessuno era rientrato nell’appartamento. Una delle quattro organizzazioni criminali individuate entrava in azione solo quando il furto era piu’ complicato da compiere. In flagranza sono state arrestate nel corso delle indagini dodici persone. Nel caso del furto di opere d’arte dall’abbazia di Procida, i carabinieri sono riusciti a individuare la refurtiva grazie anche alla localizzazione satellitare del mezzo con cui il bottino fu trasportato da Procida a Pomigliano d’Arco.