VITULAZIO – Di seguito la mail di un nostro lettore che analizza il voto delle elezioni amministrative a qualche settimana dalla tornata:
Continuano i commenti sull’esito del voto comunale che ha visto il prof. Luigi Romano con la sua lista n. 3 (“Unità e Solidarietà”) ritornare sulla poltrona di sindaco al governo di Vitulazio . E’ il momento delle analisi, di fare i bilanci e cercare di intercettare, se possibile, le cause o concause dei conti che non tornano. Occorre, per completezza dell’informazione, fare una panoramica su quanto rappresentato dalle varie liste al termine di un’aspra competizione elettorale. Se, in effetti, il risultato non appare discutibile sull’entità numerica della vittoria (pur nella diminuita affluenza alle urne passata dall’83,67% del 2009 al 79,95%), molte critiche vengono sollevate dalle altre liste contendenti (in particolare dalla lista n. 2 “Vivi Vitulazio e dalla lista n. 4 “Unità e Solidarietà”) sulle modalità con cui l’espressione del voto sarebbe stata conseguita. Se il neo sindaco si è limitato a ringraziare gli elettori per i 1934 voti avuti dalla sua lista (n. 3), gli altri “competitors” hanno invece evidenziato situazioni che, secondo la loro visione dei fatti, non sono apparse del tutto cristalline. Nel suo manifesto di ringraziamento, la lista civica n. 4 facente capo all’avv. R. Russo si legge testualmente : “1129 persone libere ci hanno chiesto di continuare e non ci fermerà la politica dei ricatti, dei compromessi e della compravendita dei voti!”. A sua volta la lista civica n. 2 (dr. Cuccari), nel rendere grazie a quanti hanno confermato la loro fiducia, scrive: “Tutto si è svolto in un clima inquietante, caratterizzato da pesanti e sfacciati condizionamenti avvenuti sotto gli occhi di tutti anche nella giornata di domenica, per cui si chiede alle Autorità competenti di accertare la verità di questi gravissimi fatti che hanno lasciato molte ombre e tanti interrogativi. Persino la scuola locale ne è rimasta coinvolta: sempre più testimonianze raccontano in quest’ultimo periodo di un’istituzione veramente “malridotta” a luogo di mera propaganda elettorale della lista n. 3 e di una sua candidata!”
Infine, anche il “movimento 5 stelle” non riesce a comprendere lo stridente e contraddittorio voto tra le elezioni europee e quelle locali. Ebbene, mentre nella prima competizione il movimento ha segnato quasi un “exploit” ottenendo ben 1028 voti (ed è il secondo gruppo politico nelle preferenze dell’elettorato vitulatino), a livello locale è stato scelto da soli 206 elettori, numero del tutto insufficiente per avere un proprio rappresentante nel seno del nuovo consiglio comunale. Orbene, il voto al movimento penta-stellato è un voto indubitabilmente “ideologico” che non dovrebbe ammettere eccezioni: chi sceglie il movimento di Grillo lo fa ad ogni livello, europeo, nazionale e anche locale. E’ forse al momento l’ultimo baluardo di un’espressione politica che privilegia l’attaccamento alla bandiera “senza se e senza ma”.
Come mai non c’è stata questa osmosi ? Ecco perché all’interno del movimento non riescono a comprendere le ragioni di tale contrastante votazione. Per quanto innanzi riportato, dunque, c’è chi ritiene che il risultato non sembra così chiaro. E, in queste condizioni non fa molta strada il paternalistico e stereotipato invito al “volemose bene” post – elettorale. Se, come visto, un’aspra campagna elettorale ha creato divisioni, non basta il semplicistico “scurdammoce ‘o passato” per ricomporre le cose.
Del resto è inevitabile che programmi diversi e ruoli diversi assegnati dagli elettori nel consiglio comunale, – chi governerà e chi farà opposizione – , creeranno ulteriori elementi di grandi e vivaci contrasti, ma è ovvio che ciò deve avvenire nel rispetto reciproco. La politica, quella sana e che rimanda alla sua etimologia, è il confronto tra idee diverse per rendere il miglior servigio al bene comune della “polis”, in questo caso del nostro paese. La divisione in nome delle idee e del diverso modo di intendere la gestione della cosa pubblica e del bene comune, sfrondando una vieta ipocrisia al riguardo, è una inevitabile conseguenza della politica e del far politica, salvo fantasticare o sognare il “pensiero unico” che è la denegazione del concetto stesso di democrazia e, ancor prima, dell’unicità e irripetibilità di ciascun uomo.
Lettera firmata