VITULAZIO – In riferimento ad un nostro articolo, pubblicato in data 18-02-2017 dal titolo “Il geologo Di Lillo va in Procura e tira in ballo il fratello del vicesindaco Catone, mentre Antonio Scialdone parla ai magistrati di una “presunta tangente” pagata al Sindaco da una ditta di Casal di Principe per l’appalto milionario dei lavori alla rete idrica” (consultabile cliccando sul link che alleghiamo a margine), abbiamo ricevuto una “richiesta verbale” di “rettifica” da parte del costruttore Ferdinando Catone, fratello dell’ex vice-sindaco di Vitulazio, il professor Antonio Catone, arrestato in data 15-02-3017 e poi scarcerato nell’ambito dell’inchiesta definita dai media “tangentopoli vitulatina”.
Il costruttore vitulatino Ferdinando Catone, conosciuto in paese con il diminutivo di “Nanduccio”, incontrato per caso nei pressi del portone d’ingresso del Comune di Vitulazio, nel pomeriggio dell’11-04-2017 – in modo cordiale e benevolo – ha voluto precisare al giornalista Alfredo Di Lettera quanto segue: “Hai messo la fotografia di mio fratello (Antonio Catone, N.d.r.) con Nicola Palladino… mio fratello non è amico di Nicola Palladino. Tu mettesti la fotografia di mio fratello con Nicola Palladino… mio fratello a Nicola Palladino non lo conosce. Hai preso la foto su facebook. Nicola vende il cemento a me e non a lui (riferito al fratello politico, N.d.r.). Tu mettesti la fotografia la fotografia di Palladino con mio fratello… scrivendo che è amico di Palladino che ha a che fare con la DDA”. Nella stessa occasione, sempre Nanduccio Catone, ci ha precisato la storia dello “scatto” che immortalò il fratello Antonio (già vicesindaco ed Assessore al Comune di Vitulazio) con l’imprenditore pastoranese del cemento accusato di essere vicino al ‘clan dei casalesi’. “Andammo a vedere la partita del Inter. A Modena ci sta un grande amico mio giornalista …. che disse Nando vieni qua che stasera devono fare la premiazione del miglior chef d’Italia. Là ci stava pure Nicola (riferito al Palladino). Ci Stava Smaila come animazione e c’era una corista di Marcianise e ci abbracciammo e ci facemmo le fotografie. Tu scrivi quello è amico di Palladino, questo no… calcasti un poco la mano negativamente… io la critica l’accetto quando è costruttiva. Io ci tengo a dire la verità, poiché quando si dice la verità non si sbaglia mai”. Queste sono le parole del costruttore edile Nanduccio Catone, incontrato all’esterno della Casa Comunale di Vitulazio verso le ore 17,03 del 11-04-2017.
Il Catone (costruttore) ci ha voluto precisare che il fratello Antonio non è un “amico” dell’imprenditore pastoranese, Nicola Palladino, titolare della CLS ed operante nel settore del “cemento-calcestruzzo”, il quale è finito al centro delle inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Inoltre, sempre Catone, ha chiarito che il “selfie incriminato” tra suo fratello “Tottono” e Palladino, scattato a Modena, fu casuale, poiché tutti si incontrarono casualmente a Modena, su invito di un amico in comune ad una cena-spettacolo per la premiazione del miglior cuoco d’Italia e con la presenza del noto presentatore televisivo di “Colpo Grosso”. Alla fine, l’ex vicesindaco Catone non conosceva Nicola Palladino ed entrambi si sarebbero ritrovati per caso nello stesso locale della lontanissima Modena e da perfetti sconosciuti si sono fatti immortalare nella stessa foto-ricordo con il conduttore del programma delle “signorine cin-cin”.
La precisazione del Catone arriva a oltre un mese e mezzo dalla pubblicazione del suindicato articolo giornalistico del 18-02-2017, nel quale, a margine, riportavamo testualmente: “Infine, in questo frangente dovrebbe muoversi un altro filone indagine riferito ad un attentato dinamitardo avvenuto la notte di Sant’Antonio del 2015, fuori l’abitazione dello stesso vice-sindaco Antonio Catone che, tra l’altro, risulterebbe amico di un noto impresario del calcestruzzo della zona che, qualche tempo fa, risultò perfino coinvolto in alcune inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. (Nella foto di copertina il vicesindaco Antonio Catone, viene ritratto insieme ad Umberto Smaila e l’imprenditore Nicola Palladino di Pastorano) …”.
È notorio che il costruttore Ferdinando Catone, in passato molto impegnato nell’ambito dell’edilizia privata in quel di Vitulazio, insieme al socio camiglianese, Paolo De Lucia, avevano dei rapporti di lavoro con le ditte che fornivano il calcestruzzo. Come Catone, anche tutti gli altri imprenditori edili che negli ultimi 15 anni hanno costruito gli oltre 1.500 alloggi sul territorio comunale di Vitulazio, si sono dovuti rapportare con i “signori del cemento” che a Vitulazio, come in tutto il comprensorio caleno-capuano, avevano una sorta di oligopolio sulla fornitura del calcestruzzo, ovvero la CLS, con sede a Pastorano e riconducibile a Nicola Palladino, e la Beton ME.CA, con sede a Vitulazio e di proprietà di Stefano Di Rauso. I titolari degli anzidetti impianti che producono calcestruzzo, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, erano legati al “clan dei casalesi”, a cui versavano una parte dei proventi dell’attività d’impresa ricevendone in cambio protezione e garanzia di un esercizio oligopolistico dell’attività sul territorio.
Inoltre, negli ultimi giorni, secondo un articolo giornalistico del quotidiano nazionale “Il Mattino”, pubblicato in data 03-04-2017 e firmato da Marilù Musto, i Giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Massimo Urbano, a latere Francesco Balato e Federica De Bellis), avrebbero depositato il provvedimento di confisca dei beni “milionari” di proprietà dell’imprenditore Palladino da Pastorano. Inoltre, sempre dal citato articolo, emerge che il Sostituto Procuratore della Dda, il dottor Alessandro D’Alessio, avrebbe richiesto per Palladino la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. (Allo Stato i beni del “signore” del cemento. I giudici depositano il provvedimento: colpito l’imprenditore di Pastorano – Articolo pubblicato da “Il Mattino” – in data 03-04-2017 afirma di Marilù Musto – Allegato 1 e 2 – Versione web e cartacea)
Ritornando ai “selfie-politici” con Nicola Palladino, possiamo sostenere che lo stesso imprenditore del calcestruzzo, da “libero cittadino” si è sempre interessato alle questioni politiche del comprensorio caleno, partecipando in prima persona a delle pubbliche manifestazioni e facendosi “liberamente” immortalare dagli obbiettivi fotografici. Infatti, lo stesso “signore del cemento” si è anche interessato alle questioni vitulatine, partecipando finanche a qualche evento politico-elettorale, unitamente al suo ex-socio Aniello D’Amico (come da foto in allegate).
Infine, per rasserenare l’imprenditore edile Ferdinando Catone, che si è preoccupato di uno scatto fotografico, dove suo fratello, amministratore del Comune di Vitulazio, veniva immortalato con l’imprenditore Palladino (sotto processo ed innocente fino al terzo grado di giudizio), ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli contiguo al “clan dei casalesi”, gli proponiamo un altro “selfie” dove lo scrivente giornalista, Alfredo Di Lettera, nel lontano 2004 veniva immortalato in una fotografia di gruppo ed abbracciato all’aspirate capozona del “clan dei casalesi” Maurizio Fusco. Nell’anno 2004 il giornalista Di Lettera risultava candidato alle elezioni comunali di Vitulazio, nella lista “Viva la Tromba” poi ricusata, insieme al quasi-coetaneo Maurizio Fusco che negli anni successivi decise di intraprendere la via della “malavita”, entrando a far parte del “clan dei casalesi” e poi anche condannato per associazione di stampo camorristico ed estorsione aggravata.
14-04-2017
Alfredo Di Lettera
Articolo pubblicato, in data 18-02-2014, su “Caleno24ore.it” dal titolo: “Il geologo Di Lillo va in Procura e tira in ballo il fratello del vicesindaco Catone, mentre Antonio Scialdone parla ai magistrati di una “presunta tangente” pagata al Sindaco da una ditta di Casal di Principe per l’appalto milionario dei lavori alla rete idrica”
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