PIGNATARO M. – Sui fatti di Genova del 2001 tanto è stato scritto, documentato, filmato. Le inchieste sono andate avanti e da pochi giorni c’è stata la notizia delle condanne, in cassazione, per la mattanza della Diaz.
È vero che per la prima volta in Italia si condannano apertamente i vertici della polizia ma è anche vero che rispetto alla pesante violazione dei diritti umani avvenuta, le pene risultano essere irrisorie oltre che tardive ed inadeguate a riparare al disastro di quelle giornate. Ciò soprattutto se paragonate alla dura repressione subita dai movimenti e al tentativo di scaricare, in sede giudiziaria, la responsabilità di quanto accaduto su dieci attivisti che rischiano, complessivamente, cento anni di carcere per una vetrina rotta o per una bottiglia d’acqua sottratta nel tentativo di sopravvivere alle cariche indiscriminate.
Questa sentenza, che non poteva essere diversa pena la perdita totale di credibilità dello Stato di fronte a prove e testimonianze ormai di pubblico dominio, è stata un ulteriore schiaffo per chi a Genova c’è stato ed ha subito i soprusi della polizia; a questo si somma l’assoluzione dei mercenari che effettuarono la carneficina alla Diaz. Senza contare che i veri mandanti politici e responsabili apicali sono ancora lì, al loro posto; Pensiamo a Gianni De Gennaro (allora capo della polizia), Claudio Scajola (al tempo ministro dell’interno) e Gianfranco Fini (ora presidente della Camera). Insomma, poca roba se ritorniamo con la mente a quelle giornate. L’assassinio di Carlo, l’irruzione alla Diaz e il clima cileno tolsero la scena alla rappresentazione della concordia tra i cosiddetti Grandi della Terra.
I “No Global” partirono da Seattle, vestiti da tartarughe e carote transgeniche, passarono da Porto Alegre, da Goteborg e da Napoli per approdare a Genova, quattro volte più forti che al principio. A Genova, come già è stato scritto, ci fu una sproporzione tra costi e risultati. I costi furono 1 morto, 600 feriti (208 gravi o gravissimi), più di 300 fermati e 300 arrestati di cui la metà stranieri. Moltissimi paesi richiesero da subito chiarimenti e rimborsi. I risultati per il benessere dei popoli del mondo? Giudicate voi!
In questi anni tutt* noi ci siamo portati dietro le cicatrici di questa storia, abbiamo scavato nella memoria ma nulla a Genova somigliava a qualcosa di già visto. Non in Europa, non in questi anni. Abbiamo anche visto il film, ma tutt* sappiamo che è successo davvero. “Please, don’t clean up the blood”.
csoa Tempo Rosso – Autonomi ed Antagonisti in Terra di Lavoro