PIGNATARO M. – Il superboss ergastolano di Pignataro Maggiore Raffaele Ligato, detenuto in regime di sorveglianza speciale (cosiddetto “carcere duro”) come previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, si annoia da morire non potendo più impegnarsi nella sua attività preferita, gli omicidi – dove vedeva evidentemente coniugati il dovere e il piacere -, e così per ammazzare il tempo è costretto a dedicarsi addirittura ai libri e alle riviste. E se non glieli danno si arrabbia di brutto e si rivolge finanche alla Corte di Cassazione, come emerge dall’ordinanza numero 42329 emessa a seguito dell’udienza dell’8 ottobre 2015 dalla settima sezione penale.
Nel documento che pubblichiamo integralmente in coda a questo articolo si legge tra l’altro che “con decreto del 18 dicembre 2014 il Magistrato di sorveglianza di Milano dichiarava non luogo a procedere sul reclamo proposto dal detenuto Raffaele Ligato avverso il provvedimento col quale gli era stata negata la possibilità di acquisto di una rivista, in quanto la nota del direttore dell’istituto rappresentava l’avvenuta consegna della pubblicazione richiesta. Avverso detto provvedimento ha proposto ricorso per Cassazione l’interessato personalmente per chiederne l’annullamento perché il provvedimento era basato su circostanze false, dal momento che gli era stato consegnato un numero diverso della rivista richiesta e comunque non si era data risposta alla doglianza relativa al contenuto afflittivo di sanzioni disciplinari, che nel carcere di Opera comportano il divieto di acquistare libri e riviste senza che ciò sia previsto dall’art. 73 del D.P.R. nr. 230/2000, limitazione che rende la pena degradante e disumana ed ostacola il percorso rieducativo del condannato”. La Cassazione ha “qualificato il ricorso come reclamo” e disposto “la trasmissione degli atti al Tribunale di sorveglianza di Milano”.
Pubblichiamo, oltre alla citata ordinanza, anche due sentenze della Corte di Cassazione (della prima e della seconda sezione penale) relative alla passione principale di Raffaele Ligato, come si è detto gli omicidi. Si tratta delle decisioni contrassegnate rispettivamente dai numeri 8019 e 14049, emesse a seguito delle udienze del 30 novembre 2010 e del 18 gennaio2011 inmerito agli omicidi di Giovanni Mandesi e di Giuseppe Della Corte. In entrambi i casi i giudici hanno respinto i ricorsi di Raffaele Ligato e lo hanno condannato al pagamento delle spese processuali.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it