SPARANISE – Piazza di nuovo colma in occasione del terzo comizio di queste elezioni amministrative. È l’ora dell’attesa presa di parola della lista Sparanise in Movimento. La squadra di Salvatore Martiello si presenta per la seconda volta alla guida del paese, a distanza di circa un anno e mezzo dalle scorse elezioni.
Ad intervenire per primo è Fabio Monfreda, tra i fondatori del gruppo, già candidato sindaco durante la precedente tornata e consigliere uscente. La loro, sottolinea, è una campagna elettorale differente. Niente attacchi personali né fango: al centro di tutto il progetto amministrativo, nato da un lungo lavoro “collettivo e condiviso”. Merola? Un “distributore automatico di menzogne”. E a quanti lo accusano di essere stato inerte come consigliere comunale ricorda: “durante l’anno e tre mesi di mandato ben 52 sono stati gli atti compiuti nello svolgimento di una scrupolosa opera di opposizione”. Monfreda li elenca tutti e subito rivendica il valore delle sue dimissioni che, insieme a quelle di altri membri dell’opposizione e della maggioranza, hanno dato un contribuito decisivo alla caduta di Merola. Il discorso di Monfreda si fa appassionato quando ricorda le proposte avanzate nel giugno 2015, “tutte ignorate” attacca. Ed è proprio sul tema dei contenuti e dei programmi che Monfreda lancia l’affondo: “Le altre liste dicono di voler parlare di programmi: il non-programma di Insieme per Sparanise è un insulto agli elettori!”. La platea si scalda, è il momento di passare la parola al candidato sindaco.
L’intervento di Martiello ha un ritmo regolare. L’esordio è tutto d’un fiato ad elencare i fallimenti di un sistemo politico durato vent’anni: “Sparanise non è più un punto di riferimento nell’Agro Caleno, ci hanno tolto posti di lavoro e dignità, ci hanno tolto le energie dei giovani, che sono emigrati”. E poi il lungo elenco delle opere incompiute, “simbolo perpetuo dell’operato dei politici dell’ultimo ventennio”. Ci va giù duro il candidato sindaco. Cita il palazzetto dello sport – oggi chiuso – e l’istituto superiore, spostato dal centro del paese e “lasciato morire per soddisfare sogni di gloria”. La sua è una critica complessiva a quello che definisce l’approccio proprio di una intera classe politica, oggi incarnata dai suoi sfidanti. E conclude: “C’ET ACCIS!”. Riprendendo l’hashtag in dialetto lanciato in rete.
Martiello continua raccontando la genesi di Sparanise in Movimento poi risponde, carte alla mano, alle accuse di Merola in merito al coinvolgimento di suo padre nella mancata realizzazione della casa dell’acqua e infine accusa: “l’obiettivo della continua denigrazione nei nostri confronti è quello di spostare l’attenzione dai reali problemi”. L’aspirante fascia tricolore traccia un quadro a tinte fosche della realtà del paese, punta il dito contro una politica rea di aver trasformato in qualcosa di impossibile ciò che altrove è la normalità. E poi chiarisce: “mi lancio nella più difficile sfida della mia vita: vincere le elezioni a Sparanise”. Sfida che significa molto di più: “cambiare un sistema e una condizione culturale stratificata da vent’anni”. Non una campagna elettorale ma una “battaglia di civiltà” che solo i cittadini possono vincere “facendosi artefici di questo cambiamento”. Alla lista civica il compito di metterci la faccia con “onestà e competenza”.
Il discorso di Martiello prosegue, si fa articolato, ma sotto accusa resta quella che egli ritiene essere una totale mancanza di visione da parte di chi per anni ha amministrato. Rivendica il ruolo di Sparanise in Movimento, che ha impedito che “le elezioni si trasformassero in una sorta di referendum” offrendo agli elettori la possibilità di scegliere un orizzonte nuovo ma dagli obiettivi chiari. E rispetto alla decisione di candidare Umberto Ferrone e Armando Giramma dichiara: “avrebbero potuto restare dove stavano, ma hanno scelto di mettersi in gioco sostenendo un candidato giovane”. Poi la replica alle accuse mosse da Salvatore Piccolo durante il comizio che ha inaugurato la campagna: “Quando Ferrone e Giramma erano membri della Commissione Paritetica, decaduta nel 2014, i dati sugli sforamenti nelle emissioni da parte della Centrale non erano ancora stati diffusi. I due non avrebbero potuto intervenire su un problema di cui non erano a conoscenza. I dati sugli sforamenti sono stati pubblicati quando era sindaco Merola che, però, non ha ritenuto necessario ricostituire la commissione ed intervenire”. Il tema della centrale termoelettrica torna dunque al centro del dibattito politico. Il comizio sembra avviarsi alla conclusione quando il candidato sindaco chiama tutti i membri della lista sul palco, li presenta chiamandoli per nome. Prima di congedarsi, sul maxi schermo posto alla sinistra, parte la proiezione del video che la compagine di Martiello aveva già diffuso in rete. Si ricostruisce per immagini la tormentata storia dell’impianto della Calenia.
“Dopo la nostra vittoria, istituiremo una commissione d’inchiesta per scoprire dove sono finiti i 7 milioni di euro che la centrale ha elargito al Comune”. Si spengono i microfoni, i sostenitori applaudono mentre i capannelli si sciolgono tra il vocìo dei commenti.
Teodosio Lepore (teodosio.lepore@gmail.com)
Il video del comizio messo in rete da “Sparanise in Movimento”: