Sindaci sull’orlo di una crisi di nervi: Abbate a caccia di fake, Martiello sbotta contro i “supereroi”

Sindaci sull’orlo di una crisi di nervi: Abbate a caccia di fake, Martiello sbotta contro i “supereroi”

BELLONA/SPARANISE – La calda estate dei roghi nei siti da bonificare sta facendo perdere la calma un po’ a tutti. Da una parte ci sono i cittadini che, dopo gli incendi dell’ex tabacchificio, dell’area ex Pozzi, dei siti Ilside ed Expert, e della centrale a turbogas di Sparanise, cominciano a perdere la pazienza e invocano un intervento deciso e risolutivo delle istituzioni. Dall’altra parte ci sono i rappresentanti dello Stato sul territorio che sentono sul collo il fiato delle comunità che nelle ultime settimane stanno mostrando un maggiore interesse e una maggiore partecipazione (come è giusto che sia) verso quello che sta accadendo sul territorio.

La pressione di queste settimane si sta riversando soprattutto sui sindaci, primo anello di quella catena istituzionale che dovrebbe garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. In tale contesto, però, alcuni primi cittadini cominciano a mostrare segni di insofferenza. È il caso del sindaco di Bellona, Filippo Abbate, che nelle scorse ore, alla pioggia di critiche e insinuazioni che arrivavano sul caso Ilside, non potendo fare affidamento più sul fido ex consigliere comunale Luigi Romano, ha risposto aprendo la caccia ai falsi profili utilizzando addirittura l’anagrafe comunale (evidentemente in Comune non c’è molto da fare).

Nelle ultime ore segni di fastidio verso le critiche sono stati manifestati anche dal primo cittadino di Sparanise, Salvatore Martiello. Quest’ultimo ha puntato l’obiettivo contro i cosiddetti “supereroi virtuali” di Facebook e chi avrebbe dovuto avere le “palle” per scendere in strada con i forconi, dimenticando che già all’alba di questo millennio si mobilitò un intero fronte di lotta (formato finanche dal defunto vescovo Francesco Tommasiello) contro quella stessa centrale a turbogas che oggi finanzia iniziative pubbliche patrocinate dal Comune. Evidentemente, ai tempi del grande inciucio che portò destra e sinistra a volere l’opificio era facile distrarsi.

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