CALVI R./SPARANISE – È tornata alla ribalta delle cronache, nella settimana appena conclusa, la vicenda della Alekos Spa, una delle due aziende che, insieme alla Garden Srl – che propone un progetto simile -, vorrebbero realizzare un impianto per la produzione di ammendati agricoli nella ex Pozzi.
Su Caleno24ore.it avevamo ricostruito la vicenda in esclusiva già alla fine dello scorso ottobre con la pubblicazione di diversi articoli nei quali facevamo luce sulla portata degli impianti e sugli assetti societari delle due aziende. Una interrogazione parlamentare ad opera di alcuni senatori del MoVimento 5 Stelle e una alla giunta regionale da parte del consigliere pentastellato Viglione, erano partite proprio sulla base delle informazioni da noi pubblicate.
Stavolta la notizia, riportata sempre da Vincenzo Viglione – che è anche presidente della commissione ambiente della Regione – e rilanciata di diversi organi di stampa, riguarda la conclusione dell’iter per la verifica di assoggettabilità del progetto della Alekos Spa alla valutazione di impatto ambientale. Nessun via libera all’impianto, dunque, come da qualche parte è stato erroneamente fatto intendere. Nessuna luce verde da parte della Regione, anzi. Nel decreto dirigenziale a firma della dott.ssa Simona Brancaccio, che pone fine all’iter di verifica, si evidenzia al contrario la necessità di sottoporre il progetto a un’accurata valutazione di impatto ambientale.
Il progetto della Alekos, si legge nel decreto, si trova infatti all’interno dell’area ex Pozzi che è notoriamente inserita nel Piano regionale delle Bonifiche. Non è tutto: l’impianto è addirittura contiguo per due lati al sito denominato Area di Discarica Pozzi-Ginori Località Lanzi – Calvi Risorta. In sostanza a ridosso della discarica abusiva più grande d’Europa.
Inoltre, sempre per restare a quanto riportato dal decreto, dallo studio Preliminare Ambientale e dalle Condizioni Ambientali non è sufficientemente analizzato l’impatto cumulativo con la presenza di altre realtà aziendali inquinanti che insistono sullo stesso territorio (come ad esempio la centrale Turbogas della Calenia, nda). Continuando nel testo si legge che, negli studi menzionati, “non è stato affatto preso in considerazione che l’impianto proposto ricade su di un sito in attesa di indagini perché tra quelli potenzialmente contaminati”.
Insomma, riguardo l’impianto della Alekos, che dovrebbe sorgere nell’area a confine tra i Comuni di Calvi Risorta e Sparanise, la Regione ritiene che vadano approfonditi proprio quegli aspetti che erano apparsi critici agli osservatori e che lo stesso Viglione aveva evidenziato nella sua interrogazione. Nessun via libera per ora, anche se, come i comitati sostengono da mesi e lo stesso Viglione ha fatto bene a rimarcare, sarebbe ora che la Regione bloccasse a prescindere la realizzazione di nuovi impianti in un’area che da anni attende una bonifica di cui si parla sempre meno ma che resta, tuttavia, la madre di tutte le questioni.
L’impianto della Alekos, lo ricordiamo, dovrebbe produrre fertilizzanti agricoli trattando la frazione umida dei rifiuti solidi urbani per un totale di ben 85mila tonnellate all’anno (poco meno di 300 tonnellate al giorno). In seguito alla pubblicazione dello Studio Preliminare ambientale le Amministrazioni interessate – ad esempio i Comuni di Calvi Risorta e Sparanise – avrebbero potuto, ma non lo hanno fatto, presentare delle osservazioni entro il termine di 45 giorni. Tra ottobre e novembre l’azienda ha invece presentato le integrazioni tecniche richieste dalla Regione.
Ad oggi solo il Comune di Sparanise si è espresso in maniera nettamente contraria al progetto, con un voto unanime da parte del Consiglio Comunale, mentre non si hanno notizie di iniziative da parte del Comune di Calvi. Alta è invece la tensione nel fronte ambientalista caleno che ha già dichiarato di essere pronto a dare battaglia.
Teodosio Lepore (teodosio.lepore@gmail.com)