Soldi falsi nei cambiamonete di alcuni bar di Brescia, arrestati quattro giovani napoletani

Soldi falsi nei cambiamonete di alcuni bar di Brescia, arrestati quattro giovani napoletani

NAPOLI – Il “vizietto” del malaffare, il fascino dell’illegale, il miraggio del guadagno facile e, soprattutto, la assoluta repulsione al lavoro onesto e al sano impegno civile, ancora una volta, fatali per un gruppo di delinquenti napoletani, che, pregiudicati e recidivi, sono stati arrestati, ad  opera di un pattuglia di poliziotti, a Brescia. Si tratta di quattro giovani che avevano preso di mira le macchinette cambiamonete di alcuni bar sito nel centro storico e della zona antistante la stazione ferroviaria dell’importante capoluogo lombardo. Riuscendo ad ingannare i lettori ottici degli appositi dispositivi, vi introducevano banconote false, intascando soldi veri, che, poi, si guardavano bene dall’introdurre nelle slot-machines in dotazione alle stesse strutture commerciali. Il giochetto, alimentato dall’imprudenza, dall’ingordigia e dalla spavalderia del poker di balordi finiti in gattabuia, era andato avanti oltre i limiti imposti dalla prudenza. Al punto che alcuni dipendenti degli esercizi di vendita in cui si è consumato il fatto di cronaca in parola si sono resi conto di cosa stava accadendo sotto i loro occhi, allertando il 113 e la PolFerr. Di qui, il blitz degli uomini in divisa che hanno, ammanettato e condotto in carcere tutti e quattro gli interessati. Per tutti, l’accusa è di furto aggravato. Uno dei quattro protagonisti si è visto addossare un’ulteriore imputazione, quella di rapina impropria. Il provvedimento dovuto al fatto che tra li ragazzo e un barista cinese, che, per primo, aveva notato i movimenti poco chiari, se non decisamente sospetti del quartetto. Stando alle prime dichiarazioni rilasciate agli inquirenti, pare che la banconote false siano state acquistate tutte in un campo nomadi dell’entroterra napoletano. Allo stato, tutti e quattro protagonisti del folle raid ladresco, che, il 3 gennaio ultimo scorso, erano finiti nella morsa della giustizia per un episodio analogo in danno di esercenti di Arezzo, sono sottoposti al regime degli arresti domiciliari e con  l’obbligo di dimora nei loro comuni di residenza.

C.S.

Commenta con Facebook