VITULAZIO – Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il dott. Sergio Enea, nel corso del processo celebrato con rito abbreviato e di primo grado, ha emesso la sentenza di condanna a carico della “banda di spacciatori” che gestiva le piazze di spaccio tra Vitulazio, Bellona e Castel Volturo. Il giudice Sergio Enea, come riporta “Cronache di Caserta”, ha inflitto una pena di 6 anni e 4 mesi di carcere per Cristina Gravante, 54enne e leader dei “pusher”. Unitamente alla Gravante, sono stati condannati, nel medesimo processo con il rito abbreviato, anche Giuseppe Rescigno, 31enne di Vitulazio (5 anni di reclusione), Fabio Rovelli, 30enne di Bellona (6 anni), Daniele Mendetta, 42enne di Castel Volturno (7 anni di carcere). Ricordiamo che queste condanne sono già comprese della riduzione di un terzo della pena inflitta, cosi come previsto dall’ordinamento giudiziario per i processi abbreviati. Gli altri indagati (12 complessivi) che vennero inchiodati dai Carabinieri della Compagnia di Capua e della Stazione di Vitulazio, nell’ambito di una vasta operazione antidroga coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno scelto di essere processati con il rito ordinario, ovvero con un processo dibattimentale. Infatti, per questi ultimi, il Pubblico Ministero, dott. Valentino Battiloro, ha dichiarato la chiusura dell’attività investigativa valutando la richiesta di processo. Inoltre, ritornando alla “zia” dei pusher, ovvero la Gravante, è coinvolta anche in un altro procedimento penale della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (P.M. D’Alessio e Borrelli), sullo spaccio di droga tra Casal di Principe e Secondigliano, ed in specifico per quello nato a seguito della maxi operazione congiunta di Polizia a Carabinieri contro lo spaccio di droga ed eseguita nel mese di ottobre del 2015. In quel caso, tra i 19 fermati con l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, tutti legati al clan dei Casalesi fazione Bidognetti-Schiavone di Casal di Principe e al clan Vanella-Grassi di Secondigliano, spuntò il nome della Gravante. Per tale procedimento, la 54enne, è sotto processo innanzi alla Corte di Appello di Napoli, ed il Procuratore generale nella sua requisitoria ha chiesto la riforma delle condanne inflitte in primo grado con inasprimento delle pene ritenendo le condotte poste in essere dagli imputati più gravi di quanto ritenute dal giudice di prime cure. In particolare per la Gravante sono stati chiesti 4 anni, mentre al termine del processo di primo grado, la donna venne condannata a soli 2 anni di reclusione. Per questo procedimento di secondo grado, la prossima udienza è stata fissata a novembre con le arringhe degli avvocati difensori.
Articolo sull’operazione dello scorso mese di marzo