Storie di periferie, di musica, di militanza politica, di “un pugno di ragazzi matti di speranza”: è questo e tanto altro “Storie di Assalti Frontali – conflitti che producono banditi” (Momo edizioni, 131 pagine, 15 Euro), il libro di Luca Mascini, in arte Militant A, frontman e fondatore del gruppo rap Assalti Frontali. Siamo alla seconda edizione, la prima – uscita nel 1997 – dopo numerose ristampe ha lasciato spazio ad una nuova versione di sé stessa. Quella di Luca Mascini non è un’autobiografia: “Qui c’è un pezzo di vita, ci sono ritratti di compagni e compagne, fratelli e sorelle che hanno tenuta accesa la luce della speranza in anni bui, quando in Italia parlare di rivoluzione voleva dire prigione, anni di yuppie e di eroina, di omologazione e resistenza, di assalti ai palchi e Sound System nei cortei, di nuovi linguaggi nella cultura e nella politica”.
Parlare di Assalti Frontali vuol dire parlare della storia del rap politico d’Italia; e nelle parole di Militant A possiamo trovare un lungo racconto che chiarisce gli sviluppi del fenomeno, dagli assalti ai palchi agli scontri con la polizia e con i “servizi d’ordine” dei concerti: “Andavamo ai concerti con le borse con dentro bottiglie con dentro benzina”. E poi la dibattutissima questione dell’autoproduzione nel mondo della musica underground, il passaggio da questa all’accettare la produzione dei propri brani da parte di etichette discografiche, ma senza mai cambiare l’attitudine: “Il mio vestito è nuovo/ma resto il bastardo che ero/ senso dello Stato uguale zero”.
Colpisce la grande umanità dell’autore nel mettere a nudo le sue sensazioni e nel parlare del proprio vissuto, anche delle fasi più delicate, come i periodi in cui la strada sembrava persa; del rapporto con le droghe, della consapevolezza di tempi persi inseguendo emozioni artificiali che rubano il tempo. “Storie di Assalti Frontali” è un libro dalle molteplici letture, la prima di sicuro adatta agli amanti del rap. Si tratta, infatti, della storia di un gruppo che ha mosso i primi passi in Italia nella musica in rima sui quattro quarti; Assalti Frontali, e la Onda Rossa Posse prima, incarnavano il vero spirito del rap: la voglia di lanciare un messaggio da mettere in pratica nelle vita e nelle strade, nei cortei; la voglia di rompere la gabbia e di uscire fuori dalle periferie, di rompere le vetrine patinate dei centri delle metropoli, di raccontare storie di chi non ha mai avuto voce, di chi è considerato un teppista, un ribelle ma che alla fin fine è un sognatore all’inseguimento di un mondo più giusto.
Il libro è davvero ben scritto, Luca Mascini riesce così come nei testi delle sue canzoni ad emozionare ad ogni rigo; quello che si ha tra le mani è un volume che esonda dai sogni e dai desideri di giovani vicini agli ambienti dei movimenti antagonisti: è una storia di vita, di musica e di conflitti sociali.
Concludiamo con una citazione dalla prefazione di Luca Mascini alla nuova edizione per capire a pieno chi è l’autore: “Ho sempre vissuto in una grande confusione, scambiando un giorno per l’altro e il giorno con la notte ma ci sono tre cose che hanno dato ordine alla mia vita: partecipare alle lotte, guardare la bellezza della natura e fare rap.”
Dario Palmesano