Strategia per intimidire le vittime del pizzo: nuove ordinanze per esponenti del gruppo Schiavone

Strategia per intimidire le vittime del pizzo: nuove ordinanze per esponenti del gruppo Schiavone

CASAL DI PRINCIPE – Per contrastare il clima di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine e della  magistratura, che avevano messo a segno una serie di arresti, e riassoggettare il territorio, Carmine Schiavone (figlio di Francesco Schiavone “Sandokan”) stava portando avanti una sistematica e capillare attività estorsiva in quella parte del Casertano sotto l’influenza di quella fazione della cosca che porta il suo cognome. Per questo nel corso della notte le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di Carmine Schiavone (classe 1983), Pasquale Mauriello (classe 1967) e Carmine Iaiunese (classe 1968), indagati, i primi due per estorsione, il terzo per ricettazione: delitti tutti aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso.

Nello specifico le indagini hanno permesso di scoprire che, su mandato di Carmine Schiavone, era stata attuata una intensa attività estorsiva, posta in essere tra ottobre e novembre 2012, ai danni dei titolari di una farmacia di San Cipriano d’Aversa. La ricostruzione degli investigatori aveva dato conferma del ruolo apicale di Carmine Schiavone e della sua determinazione ad attuare una strategia criminale improntata su diffuse, sistematiche e continue attività estorsive sul territorio. Le estorsioni venivano ritenute, infatti, sia una fonte indispensabile di finanziamento del sodalizio sia un essenziale strumento di ‘controllo sociale’, funzionale a perpetrare uno stato di assoggettamento della popolazione, stato che appariva in pericolo a causa dei successi investigativi conseguiti negli ultimi anni da Magistratura e Forze dell’ordine. Con la misura eseguita in data odierna, è stato contestato a Carmine Schiavone proprio il ruolo di ‘mandante’ della richiesta estorsiva in questione, formulata materialmente da Pasquale Mauriello e dagli altri affiliati poi divenuti collaboratori di giustizia. Alla vittima veniva intimato il pagamento di una somma di 5.000 euro, poi ridotta a 2.500. secondo la ricostruzione accusatoria avvalorata dal Giudice, il denaro, una volta ritirato, veniva consegnato a Iaunese, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di cassiere del sodalizio.

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