“Svizzera dei clan”: il pericoloso boss Pietro Ligato su facebook si presenta quale “imprenditore” e pubblica pure delle foto per rendere noti i suoi rapporti con la “Lete”, ricco e super-pubblicizzato marchio di acqua minerale

“Svizzera dei clan”: il pericoloso boss Pietro Ligato su facebook si presenta quale “imprenditore” e pubblica pure delle foto per rendere noti i suoi rapporti con la “Lete”, ricco e super-pubblicizzato marchio di acqua minerale

PIGNATARO MAGGIORE – Il pericoloso boss Pietro Ligato (cosca Lubrano-Ligato di Pignataro Maggiore) appena scarcerato ha pensato di presentarsi a tutti su Facebook quale  “imprenditore” e ha pubblicato pure delle fotografie per rendere noti i suoi rapporti con la “Lete”, ricco marchio super-pubblicizzato di acqua minerale. Non è una sorpresa: il 16 dicembre 2006, il boss ergastolano Raffaele Ligato riceve nel carcere di Santa Maria Capua Vetere la visita della moglie Maria Giuseppa Lubrano (sorella di Vincenzo Lubrano), della figlia Felicetta e del figlio Pietro Ligato; gli investigatori del Gico (Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di Finanza verbalizzano che i familiari “riferiscono al padre che hanno in mente un progetto per esportare l’acqua Lete in America e in Germania”. Ed effettivamente, come accertato dal Gico, la società “TTL di Pietro Ligato e C. sas” esercitava, all’epoca della citata intercettazione ambientale in carcere, “l’attività di trasporto merci su strada per conto terzi con propri mezzi effettuando viaggi nel Nord Italia (Regione Veneto)” tra l’altro a beneficio della “Società generale delle acque minerali” (Lete). Intercettazioni, pedinamenti. Come si legge nel verbale della Guardia di Finanza, “il Gico, in data 18 novembre 2005, a seguito di un servizio di appostamento e pedinamento, constatava che uno degli automezzi utilizzati dalla ‘TTL di Ligato Pietro e C. sas’ riportante sul telone la scritta Lete, dopo essere uscito dal casello autostradale di Caserta Nord, terminava il suo tragitto in un’area recintata in località Casagiove-Recale”.
Michele Iavarone (autista del titolare della “Lete” Nicola Arnone, grande amico del defunto capomafia Vincenzo Lubrano) in una intercettazione ambientale del 30 aprile 2003 racconta a Vincenzo Lubrano di una visita alla villa bunker dei Ligato in via del Conte, a Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”. Michele Iavarone dice al capomafia di essere andato a fare gli auguri a Pietro Ligato; e aggiunge che a Natale 2002 – presente Michele Iavarone – Pietro Ligato sparò alcuni colpi di pistola all’indirizzo di un’autovettura: “Passò una macchina là, saltò lui, gli sparò addosso e se ne scappò. Vidi la pistola, gli dissi: ’Pieri’, metti che adesso c’erano le guardie, dove scappavi?”.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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