PIGNATARO MAGGIORE – C’è grande attesa a Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”, per la prossima riunione del Consiglio comunale, prevista in prima convocazione il 26 maggio e in seconda convocazione il 27 maggio 2020 alle ore 9. All’ordine del giorno (che pubblichiamo a parte integralmente) vi sono argomenti del tutto diversi, ma i cittadini sono curiosi di sapere se nell’occasione qualche consigliere comunale avrà la voglia e il coraggio di dire qualcosa sul “caso” del “Gruppo sociale La Felicità”, l’associazione culturale legata alla famiglia Lubrano con la quale il sindaco Giorgio Magliocca ha firmato un accordo di partenariato per iniziative all’insegna della legalità e della lotta alla camorra; lo stesso sodalizio con cui la cooperativa “Apeiron” – alla quale sono stati affidati beni confiscati alle cosche a Pignataro Maggiore – ha siglato due protocolli d’intesa in materia di immigrazione, sempre all’insegna della battaglia antimafia naturalmente. A Pignataro Maggiore c’è un grande affollamento di grandi combattenti anti-clan.
Bisogna tenere presente che l’argomento è delicatissimo, tanto più che si attendono in merito alle suddette intese del “Gruppo sociale La Felicità” le valutazioni della prefettura e della magistratura. Naturalmente, avrebbe un forte significato (in positivo) una presa di posizione di condanna da parte di qualche consigliere comunale; e, al contrario, si registrerebbe un impatto enorme (in negativo) se tutti i consiglieri comunali tacessero sulla vicenda.
I cittadini conoscono tutte le biografie dei consiglieri comunali in carica. Sanno chi ha avuto incontri con boss mafiosi della cosca Lubrano; conoscono chi ha ottenuto i voti e continua ad avere il plateale consenso della potente “famiglia” che tiene in pugno la “Svizzera dei clan”; sono bene informati su coloro che hanno fatto la campagna elettorale per le amministrative facendosi vedere con i camorristi del clan Ligato (i Ligato parenti dei Lubrano, va da sé) o con soggetti colpiti da provvedimenti antimafia; o con pregiudicati e pluripregiudicati. Il resto degli esponenti politici – se continuassero a restare zitti sul “caso” del “Gruppo sociale La Felicità” – sarebbero anch’essi colpevoli, pure loro condizionati (stavolta per paura) dalla presenza delle cosche. Su tutti sono puntati i riflettori dell’opinione pubblica, della prefettura e della magistratura.
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Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it