CAMIGLIANO – Non è bastata l’abolizione della Tares – con decorrenza dal primo gennaio di quest’anno – per rimettere ordine nell’intricata ragnatela delle tasse in Italia. La Iuc (Imposta unica comunale che comprende Tasi, Tari e Imu), istituita con la legge di stabilità 2014, infatti, non sembra mettere ordine e aiutare gli enti locali, né i contribuenti. Una confusione che emerge questa volta sulla definizione delle quote e delle scadenze della Tari, la tassa destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Ogni Comune avrebbe dovuto stabilire le tariffe in conformità al Piano Finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani entro il primo gennaio, termine fissato dalle norme statali per l’approvazione del bilancio di previsione. Poiché quel termine è stato prorogato al 31 luglio e le tariffe non sono state ancora fissate, comuni come quello di Camigliano, per far fronte alle spese di gestione del servizio, hanno deciso di applicare le tariffe stabilite per la Tares e, in alcuni casi, hanno ripreso quelle del 2012 applicate per la Tarsu.
Nel caso del Comune guidato dal sindaco Vincenzo Cenname, sfruttando una nota del Dipartimento Finanze (nella quale si dice che “il comune potrà stabilire di riscuotere il tributo con un numero diverso di rate, eventualmente di differente importo, e prevedendo, ad esempio come richiesto nel quesito, il versamento di acconti sulla base degli importi versati nell’annualità precedente”), il Consiglio comunale ha deciso di far pagare ai contribuenti un importo pari al 50% del tributo versato a titolo di Tarsu per l’anno 2013. Si tratta di un acconto che sarà dilazionato in due rate: la prima con scadenza il 10 luglio e la seconda il 31 agosto. Il saldo delle altre due rate è previsto per il 30 ottobre e il 31 dicembre, quando saranno definite le nuove tariffe della Tari.
Red. pol.