Terremoto tra le province di Caserta e Benevento: tanta la paura nell’Agro caleno. I geologi rilanciano l’allarme

Terremoto tra le province di Caserta e Benevento: tanta la paura nell’Agro caleno. I geologi rilanciano l’allarme

AGRO CALENO – Si è avvertita anche nell’Agro Caleno la scossa di terremoto che alle 18 e 8 minuti ha fatto tremare la terra tra le province di Caserta e Benevento, nella zona a ridosso del Matese, seminando il panico tra le strade dei comuni anche di Napoli, Isernia, Campobasso, Frosinone e Latina. Il sisma, che ha avuto una magnitudo di 4.9 ed è stato preceduto poco prima da un’altra scossa di magnitudo 2.7, è stato un evento superficiale, a10,5 chilometridi profondità. I comuni più vicini all’epicentro sono stati Castello del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico in provincia di Caserta e Cusano Mutri in quella di Benevento. Tante persone sono scesi in strada appena dopo l’accaduto e in queste ore non riesce a stare tranquilla.

A Maddaloni un uomo in preda al panico è saltato dal piano rialzato di un’abitazione provocandosi, per fortuna, ferite giudicate non gravi. Telefoni in tilt, per diverse ore, nel Beneventano e nel Napoletano con comunicazioni diventate impossibili. Numerosi fedeli sono usciti dalle chiese mentre era in corso la messa serale, sia nel Sannio che in Irpinia. Scene di panico anche nel Molise: i turisti presenti nella località sciistica di Campitello Matese si sono riversati sui piazzali degli alberghi. La scossa è stata talmente forte da essere avvertita anche a Roma, dove sono state diverse le segnalazioni al 113, e in Ciociaria.

Sono stati subito attivati dalla Protezione Civile della Campania i Centri di coordinamento soccorsi presso le Prefetture di Napoli, Caserta e Benevento mentre soprattutto nei centri più isolati delle zone colpite i carabinieri hanno dato sostegno alla popolazione, in particolare ai più anziani. Nel Sannio, in diversi centri, si sono riviste scene che hanno richiamato alla memoria il dramma del 1980. E intanto i geologi campani rilanciano l’allarme. Lo fa Francesco Peduto, presidente regionale: “Occorre al più presto rendere operativi i piani di Protezione civile comunali e istituire il fascicolo di fabbricato”.

Red.

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