CASERTA – Non poteva che essere un successo l’incontro organizzato ieri (6 giugno) dalla Seconda Università degli Studi di Napoli nell’ambito degli appuntamenti di “SunCreaCultura” e che ha visto la straordinaria partecipazione di Toni Servillo, protagonista del film La Grande Bellezza. Nell’aula “Benedetto Di Blasio” del Polo Scientifico, l’attore di film di grande successo come Le conseguenze dell’amore, La ragazza del lago e Il divo (per i quali ha vinto tre David di Donatello come migliore attore protagonista), è stato presentato dal rettore Francesco Rossi e dal professore Francesco Cotticelli. Davanti a centinaia di ragazzi, Servillo ha tenuto una vera e propria lezione sull’importanza di realizzare i sogni, seguendo sempre gli esempi positivi e mettendo in conto i momenti di difficoltà.
Pur sottolineando l’importanza che ha avuto il cinema nella sua vita, l’attore che ha interpretato Giulio Andreotti nel film di Sorrentino, ha spiegato: “Sono un uomo fondamentalmente di teatro. La mia avventura in questa città è iniziata col teatro, quando avevo più o meno la vostra età, forse ero anche più piccolo, in tre stanze che affittavamo grazie ai nostri genitori che ci davano 5 mila lire ciascuno e, con 30 mila lire al mese, fittavamo tre stanze a via Maielli: un luogo che fortunatamente è rimasto non commerciale, nel senso che oggi credo ci sia un laboratorio di ceramica, un luogo in cui si respira creatività, si vedono dei colori, si immaginano delle forme. In questi giorni ho fatto tante interviste legate all’ultimo film La grande bellezza e anche a quello precedente Viva la libertà. Ho promosso questi due film mentre provavo Le voci di dentro di Eduardo, quindi è veramente un periodo in cui si sono mischiati faticosamente il cinema e il teatro, con grande soddisfazione”. Sul suo rapporto con il territorio, Servillo ha aggiunto: “Se ho un piccolo merito di cui vado orgoglioso è quello di aver scelto ancora adesso di restare a lavorare, a far nascere e a vivere sul territorio, a tal punto che alcuni ragazzi quando mi muovo a piedi, in bici o in treno si meravigliano perché pensano che io mi muova come Jep Gambardella, il protagonista di La grande bellezza, ma non è affatto così”.
Toni Servillo, inoltre, ha cercato di lanciare un messaggio di speranza nei giovani, dichiarando: “Stare sul territorio significa offrire ai giovani una testimonianza, un esempio, una speranza, naturalmente con molte rinunce, molta disciplina, molto lavoro, molto studio, molta fatica, ma insisto su una parola: rinunce… Si arriva a ottenere dei risultati. Al di là dei premi che sono belli, importanti e che confermano che quello che stai facendo ha un senso per gli altri. Quello dell’attore è un mestiere, non siamo nelle sfere nobilissime dell’arte: Dante, Michelangelo, Picasso sono una cosa, gli attori sono un’altra. È un mestiere fatto col proprio corpo, con la fatica. Come un artigiano che aggiusta, rifà, smonta, corregge e quindi i premi fanno piacere, ma quello che è importante è se questo mestiere serve a qualcosa. Capire nel corso del tempo se quello che tu fai non è un modo generico di esprimere se stessi che è una malattia di questo tempo, cioè essere protagonista, uscire fuori dal coro, farcela, arrivare sono tutti aspetti negativi dell’ambizione. Invece, serve capire se il mestiere che fai serve a qualcuno”.
Redazione