Il libro di Fabrizio Valletti, “Un gesuita a Scampia” (Dehoniane, 232 pagine, 19 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – “Come può rinascere una periferia degradata”. Il popoloso quartiere di Scampia, all’estrema periferia nord di Napoli, è divenuto l’emblema del degrado e dell’abbandono. Tra i principali mercati italiani della droga e con uno dei tassi di disoccupazione più alti del Paese, è stato ripetutamente dipinto come un luogo di violenza, soprattutto per le faide e la dominante presenza della camorra, che governa lo spaccio e l’occupazione abusiva delle case popolari. Eppure questo concentrato di sofferenza, dove molte famiglie hanno la maggioranza dei componenti in carcere, non è solo il fondale del film “Gomorra” di Matteo Garrone, girato in parte all’esterno e all’interno delle “Vele”, i mastodontici palazzi di edilizia popolare costruiti negli anni Settanta e Ottanta. Anche in questa polveriera sociale, infatti, molte cose stanno cambiando. Anno dopo anno è cresciuta una rete di associazioni che ha dato vita a un laboratorio di sartoria e a una biblioteca, a un’orchestra di bambini e a progetti contro la dispersione scolastica, a un caffè letterario e a corsi di formazione professionale, ad attività artistiche e sportive, a un portale internet. Perché, come sostiene in queste pagine il gesuita Fabrizio Valletti, “anche a Scampia si può sognare, si può cercare di vivere insieme nella legalità e nella libertà”. Ed è possibile, soprattutto attraverso la scuola, modificare l’immaginario simbolico dei moltissimi ragazzi del quartiere.
L’autore ringrazia Muriella Montanari per la collaborazione alla stesura del libro. La prefazione è di Franco Roberti, ex Procuratore nazionale antimafia; la postfazione è di Marco Rossi Doria, “maestro di strada”, già sottosegretario all’Istruzione. Fabrizio Valletti, gesuita romano, ha fondato il “Centro Hurtado” di Scampia. Dopo gli studi in Lettere all’Università di Pisa e di Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha svolto attività pastorale a Livorno, a Firenze – negli anni di La Pira e Balducci – a Follonica, Bologna e Napoli. Ha insegnato nella scuola pubblica, si è occupato di educazione degli adulti e di assistenza nelle carceri, attività che ancora oggi lo vedono a Poggioreale e Secondigliano. Impegnato nell’Agesci per la formazione, collabora con quotidiani e riviste.
Red. Cro.