Il libro di Adriana Destro e Mauro Pesce, “Il Battista e Gesù – Due movimenti giudaici nel tempo della crisi” (Carocci, 268 pagine, 23 Euro), è un’opera di grande interesse per chi ama studiare le radici profonde del nostro presente. Le domande che si pongono i due autori sono naturalmente molto complesse: quale fu il rapporto di Gesù con il Battista? Il movimento di Gesù era una filiazione di quello di Giovanni o un’iniziativa autonoma? Gesù fu semplicemente un discepolo del Battista oppure seppe interpretare richieste ed esigenze che andavano oltre la rinascita dall’acqua del Giordano? Nel libro si sostiene che i due leader siano tra quegli innovatori che compaiono in brevi periodi creativi di accelerazione storica. Essi rispondevano alla crisi endemica dovuta all’occupazione romana che da circa ottant’anni aveva privato gli ebrei di un proprio regno. Letti in prospettiva antropologica e sociale, i Vangeli ci restituiscono la visione che il Battista e Gesù avevano della crisi della società del tempo, segnata da fragilità, bisogni insoddisfatti, ingiustizia, indebitamento cronico. Inoltre, pur influenzato dal Battista, Gesù aveva prospettive differenti: strinse rapporti con gli strati poveri dei villaggi e sognava un futuro libero da malattia e indigenza. Ricorrendo ai grandi miti del giudizio universale e del regno di Dio, il Battista e Gesù entusiasmarono le folle e provocarono la reazione del potere politico che li mise a morte. Continuarono però a incidere in modo innovativo sulla vita reale della gente di allora e delle epoche successive.
Gli autori di questo libro sono stati entrambi docenti dell’Università di Bologna: Adriana Destro di Antropologia culturale, Mauro Pesce di Storia del cristianesimo. Scrivono tra l’altro: “Non abbiamo inteso scrivere due nuove biografie di Giovanni e Gesù, né ricostruire in modo completo le loro fisionomie religiose. Abbiamo voluto insistere sul loro approccio ai bisogni fondamentali della popolazione giudaica e sulle soluzioni che a loro parere avrebbero potuto risolvere la crisi che essa attraversava”. A giudizio di Adriana Destro e Mauro Pesce, “quello del Battista e quello di Gesù furono due movimenti indipendenti che sorsero in risposta alla crisi endemica della popolazione giudaica della Terra di Israele, crisi che era iniziata con l’occupazione romana del 63 a.E.C. e che si era acuita dopo la morte di Erode il Grande. Il movimento che scatenò una straordinaria effervescenza e creatività culturale fu quello di Giovanni Battista, nel quale Gesù fu coinvolto e all’interno del quale agì per un periodo significativo della sua vita. Gesù sperimentò il mutamento radicale proposto dal Battista e si affiancò alla sua attività assumendo da lui gli ideali e le pratiche. Sia che Gesù si sia separato dal movimento battista a un certo punto dopo la morte di lui, sia che fosse a capo di uno dei gruppi di seguaci del Battista, resta il fatto che il movimento di Gesù visse contornato anche da gruppi di seguaci di Giovanni diffusi nella Terra di Israele e ben presto in diverse parti della diaspora ebraica del Medio Oriente antico e dell’area mediterranea”.
Un libro suggestivo, non c’è dubbio. Ma anche capace di far discutere e di suscitare appassionate osservazioni negli ambienti religiosi cristiani e soprattutto cattolici.
Red. Cro.