Il libro di Antonio Costa, “Il cinema italiano” (il Mulino, 188 pagine, 12 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – “Generi, figure e film dalle origini alle piattaforme streaming”. E’ il 20 settembre 1905: davanti a Porta Pia si proietta “La presa di Roma”, prodotto e diretto da Filoteo Alberini. È la data di nascita del cinema italiano. Dai tempi eroici del muto all’età del digitale, in questa nuova edizione aggiornata Antonio Costa ci conduce alla scoperta di cosa è stato il cinema nel nostro paese e cosa oggi ancora è, e ne evidenzia – attraverso la tipologia dei generi, degli attori e delle opere – i caratteri originali e le linee di tendenza. E il cinema di domani come sarà? L’età dello streaming e il viaggio parallelo di cinema d’autore e serie Tv di grande impatto stanno scrivendo un nuovo capitolo della storia cinematografica italiana.
Molto interessanti le pagine dedicate nel volume a Nanni Moretti, proprio in questi giorni grande protagonista al Festival di Cannes. Scrive tra l’altro Antonio Costa: “Nel cinema italiano, nessuno è mai stato così radicale come Nanni Moretti nel coniugare un cinema alla prima persona singolare. E allo stesso tempo, nessuno come Moretti è stato capace di farsi interprete di un malessere generazionale e di catalizzare su di sé identificazioni collettive. Moralista intransigente e perfezionista, capace di perseguire con ostinazione i suoi obiettivi senza concessioni di sorta allo spirito dei tempi, è riuscito a fare delle sue manie e delle sue ossessioni, dei suoi furori e delle sue debolezze l’oggetto di una messa in scena ininterrotta”.
Per quanto riguarda il neorealismo, Antonio Costa sottolinea: “Per definire la portata di quella irripetibile stagione del nostro cinema, si possono isolare tre aspetti: quello morale, quello politico e quello estetico, precisando che essi risultano strettamente intrecciati nei film. Fu innanzi tutto una reazione morale agli orrori e alle infamie della guerra che spinse i cineasti a ritrovare i valori essenziali dell’esistenza e della convivenza sociale”.
L’autore, Antonio Costa, saggista e storico del cinema, ha insegnato nelle Università di Bologna, Trieste, Venezia-Iuav e, come professore invitato, Paris 8 e Montréal. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo “La mela di Cézanne e l’accendino di Hitchcock” (Einaudi, 2014, Premio Efebo d’oro 2015), “Federico Fellini” (Lindau, 20202) e “Il richiamo dell’ombra” (Einaudi, 2020).
Red. Cro.