Il libro di Enzo Ciconte, “Alle origini della nuova ’ndrangheta. Il 1980” (Rubbettino Editore, 204 pagine, 15 Euro), racconta – come recita il sottotitolo – “Le reazioni del PCI e le connivenze della politica e della magistratura”. La Calabria del 1980 è una regione dove succedono tante cose: c’è una trasformazione della ’ndrangheta, una mutazione dei suoi caratteri originari che erano legati al mondo agricolo; oramai la mafia calabrese ha molti interessi in città e nel campo dell’edilizia, partecipa al contrabbando delle sigarette estere, al traffico di droga, ai sequestri di persona. Adesso è arrivato il tempo di avventurarsi nei marosi dell’economia e di affrontare in termini nuovi il rapporto con la politica.
I mafiosi tentano di affrancarsi dal vassallaggio con la politica e candidano propri rappresentanti al Consiglio regionale e al Consiglio comunale di Reggio Calabria. Muta il rapporto con i partiti: il Pci entra nel mirino dei mafiosi che uccidono rappresentanti autorevoli di questo partito nel giro di una manciata di giorni: Peppe Valarioti a Rosarno e Giannino Losardo a Cetraro. Cos’è la ’ndrangheta: frutto di arretratezza o di modernizzazione? Su questo interrogativo si scontrano il Pci e la corrente del Psi facente capo a Giacomo Mancini. È un anno che vede emergere posizioni diverse dentro la magistratura dove c’è uno scontro tra vecchio e nuovo, e dentro la Chiesa dove accanto al prete-padrone di Africo, don Stilo, c’è la Chiesa di don Natale Bianchi e gli appelli di monsignor Agostino, vescovo di Crotone, e di monsignor Sorrentino, vescovo di Reggio. Infine, c’è tutta la questione sociale con il fallimento del pacchetto Colombo e le crisi industriali dal Quinto centro siderurgico a Gioia Tauro, alla Sir di Lamezia Terme, alla Liquichimica di Saline Joniche.
L’autore, Enzo Ciconte, è docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia. Consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia dal 1997 al 2010. È stato il primo a pubblicare un testo storico sulla ’ndrangheta in Italia, ’Ndrangheta dall’Unità a oggi”. Numerose le sue pubblicazioni, molte delle quali con Rubbettino. Tra queste si ricordano “Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia”, “’Ndrangheta e Camorra dall’Ottocento ai giorni nostri”, 2008; “’Ndrangheta”, 2008 e 2011; “’Ndrangheta padana”, 2010; “Banditi e briganti. Rivolta continua dal ’500 all’800”, 2011; “Politici (e) malandrini”, 2013; “Storia dello stupro e di donne ribelli”, 2014. È, insieme a Francesco Forgione e Isaia Sales, curatore dei volumi “Atlante delle mafie” vol. I, II, III e IV.
Red. Cro.