Il mondo cristiano e occidentale da secoli deve fare i conti con il contiguo mondo islamico, nordafricano e asiatico, e non sempre si è avuta una percezione reale di quello che accade a pochi chilometri da casa nostra; segno di questa difficoltà sono anche episodi di cronaca abbastanza recente. Massimo Campanini, orientalista, storico e filosofo, nel suo libro “Pensare nell’Islam” (Jaca Book, 134 pagine, 18 Euro) mette a nudo il pensiero islamico per fornire al lettore appropriati strumenti di osservazione e comprensione della religione e del pensiero musulmani. Il libro si occupa principalmente del pensiero islamico classico e del suo paradigma fondativo, cioè l’idea dell’Unità e Unicità di Dio (in arabo tawbìd), nelle sue implicazioni metafisico-ontologiche e in quelle cosmo-gnoseologiche per mettere Islam e occidente a confronto, o meglio metterne a confronto le rispettive visioni.
L’idea dell’assoluta Unità e Unicità di Dio è stata e rimane il metro di paragone con cui confrontare il senso profondo, autentico, della cultura musulmana con qualsiasi altro tipo di fenomenologia culturale o scientifica o politica; e rappresenta un potentissimo strumento di avanzamento non solo intellettuale e morale, ma anche pratico. Essa, infatti, non solo ha ispirato le speculazioni teologiche e filosofiche (molti storici ritengono quello islamico il monoteismo più “puro”) ma ha anche rappresentato lo sprone dell’azione pratica, poiché – come diceva l’orientalista e teologo francese Louis Massignon già settant’anni fa- l’Islam antepone il ben agire al credere “ortodosso”. In tal senso, è stato autorevolmente affermato che l’Islam è più una ortoprassi che una ortodossia: importa più ciò che si fa che quello che si crede. Due conseguenze ne derivano: in primo luogo, nell’Islam non esiste in senso stretto “dogma” (per diventare ed essere considerati musulmani basta professare che Dio è Unico e che Muhammad è il suo Profeta). In secondo luogo, nell’Islam non esiste autorità centrale docente, come il papato nel cattolicesimo, deputata a definire ciò cui il credente deve prestare fede e a interpretare la Scrittura. Nell’Islam sunnita, che rappresenta il 90 per cento dei fedeli musulmani, non esiste alcuna Chiesa e alcun clero, visto che neppure esiste l’idea di sacramento.Il focus di questo libro è tutto sull’aspetto teoretico dell’Islam, per radiografarlo dall’interno nella fase più alta – quella erroneamente definita “medievale” – della sua cultura.
Massimiliano Palmesano