GRAZZANISE – Questa mattina, il gruppo “Radici 2030 – Progetto di Sviluppo politico” ha indirizzato via PEC, al sindaco Enrico Petrella e all’amministrazione comunale, una proposta per un Protocollo operativo per il rafforzamento del monitoraggio e dell’assistenza a cittadini affetti da Covid e dei casi sospetti.
Il modello proposto dal gruppo mira a rafforzare le azioni già attuate dal Centro Operativo Comunale (COC), attraverso la creazione di un gruppo di volontari, che supporteranno i medici del territorio nel monitoraggio delle condizioni dei cittadini risultati positivi o sospetti tali.
In particolare, i volontari, dopo essere stati opportunamente formati da un professionista esperto in ambito medico-sanitario, avrebbero il compito di telefonare 2 volte al giorno i pazienti costretti in isolamento, per raccogliere i dati sulla temperatura corporea, l’ossigenazione del sangue, eventuali altri sintomi, ma anche per informarsi sull’eventuale necessità di assistenza materiale. Le informazioni sarebbero quindi trasferite ai medici di famiglia e al referente del gruppo di volontari che, oltre ad intervenire qualora dovessero riscontrarsi casi particolarmente gravi, discuterebbero i dati raccolti durante un debriefing quotidiano, a cui parteciperebbe anche il sindaco (o un suo delegato) e a cui sarebbe invitato anche il referente del Team Spoke.
Nel documento inviato, anche un richiamo all’importanza di incrementare le attività di assistenza sociale, per le fasce più deboli della popolazione, prevedendo azioni sia di supporto economico che di supporto psicologico, per persone costrette alla solitudine. Interventi, questi ultimi, che potrebbero contribuire a mitigare gli effetti socialmente negativi della pandemia, sul medio e lungo termine.
Una proposta, quella di Radici 2030, che – di fronte alla gravità dell’odierna situazione locale, con 118 positivi su circa 7mila residenti – pone al centro l’importanza di creare procedure istituzionali, facilmente accessibili, univoche, eque e trasparenti. Un modello nel quale le azioni di volontariato strutturato e la cooperazione orizzontale tra ente e cittadino, nel rispetto delle prerogative, delle funzioni e dei ruoli di ognuno, acquista un valore nodale.
Il gruppo ha anche proposto di aprire un tavolo di dialogo con l’amministrazione comunale, per discutere il Protocollo e approfondire le procedure proposte.
Con la nostra proposta intendiamo offrire all’amministrazione comunale ed alla nostra comunità, un aiuto affinché si possano risolvere o comunque attenuare i problemi che molti stanno riscontrando in questo periodo di così forte preoccupazione. Mettiamo a disposizione di chi vorrà, le conoscenze e competenze di alcuni noi, consapevoli di agire senza alcuna presunzione od arroganza ma nel solo interesse dei nostri concittadini.
Al Protocollo ha lavorato, tra gli altri, anche il dottor Paolo Parente, membro di Radici 2030, Dirigente medico presso la Direzione Strategica dell’Asl Roma 1, referente della Task Force anti-Covid dell’Asl Roma 1 e docente a contratto di Igiene e Salute pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
C.S.