Il libro di Gabriele Proglio, “I fatti di Genova” (Donzelli, 337 pagine, 26 Euro, prefazione di Alessandro Portelli), racconta – come recita il sottotitolo – “Una storia orale del G8”: a vent’anni dai tragici giorni del luglio 2001, la ricostruzione completa degli eventi attraverso le parole dei testimoni. Vent’anni sono appunto passati dal G8 di Genova, da quei giorni caldissimi del luglio del 2001 che hanno segnato la coscienza di diverse generazioni. Eppure, Genova rappresenta un tabù dal punto di vista storiografico: è stata oggetto di un complesso processo memoriale, che forse deriva dalla difficoltà di dare un senso a ciò che avvenne, tra lotta, resistenza e repressione. È tempo ormai di interrogare le memorie di chi partecipò, tentando di ricostruire l’eterogeneità delle piazze ed evitando di riprodurre narrazioni vittimali. A questo scopo, non vi è strumento più efficace della storia orale perché, come scrive Alessandro Portelli nella prefazione al volume, consente di vedere nell’evento non una massa indistinta ma un incontro di persone, con una storia e un nome, e, al contempo, ne espande i confini, trasformando l’evento accaduto in evento ricordato, senza fine né inizio. Gabriele Proglio pone le fonti orali in dialogo con il racconto mediatico di Genova, dando vita a una ricerca unica che ricostruisce i processi di memoria legati al G8, sulla base di decine di testimonianze di chi, in modi diversi, ha partecipato a quelle giornate. Un intreccio di memorie pubbliche e private da cui scaturisce un racconto potente: da un lato, la cronaca mediatica, che ha imposto nell’immaginario l’idea delle devastazioni operate dai black bloc e delle violenze delle forze dell’ordine; dall’altro, i racconti di chi ha preso parte, talvolta involontariamente, a ciò che nel ricordo diventa una vera e propria guerra. Anche le amnesie e i silenzi rientrano nella narrazione: la paura di raccontarsi, l’ansia di riportare al presente violenze efferate, l’angoscia di non essere compresi. Lo studio di queste memorie restituisce un quadro storico nel quale il G8 emerge come un evento periodizzante per la storia contemporanea, facendo di Genova “un luogo della mente e del cuore”, come scrive ancora Portelli: “Che ci fossimo o no allora, anche grazie a libri come questo, a Genova ci stiamo, adesso”. L’autore del libro, Gabriele Proglio, è ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Ha lavorato come ricercatore al Centre for Social Studies dell’Università di Coimbra, all’European University Institute, all’Università di Berkeley, ed è stato docente presso l’Université El Manar di Tunisi e la Social Sciences University di Ankara. Tra le sue più recenti pubblicazioni nel campo della storia orale: “The Horn of Africa Diasporas in Italy. An Oral History” (Palgrave, 2020), “Bucare il confine. Storie dalla frontiera di Ventimiglia” (Mondadori, 2020).
Red. Cro.