Una testimonianza dell’ex segretario provinciale del Pds Lorenzo Diana sul ruolo politico di don Peppe Diana – La teologia politica del sacerdote di Casal di Principe confermata dalla indicazione di Michele Corvino quale candidato al Parlamento

Una testimonianza dell’ex segretario provinciale del Pds Lorenzo Diana sul ruolo politico di don Peppe Diana – La teologia politica del sacerdote di Casal di Principe confermata dalla indicazione di Michele Corvino quale candidato al Parlamento

CASAL DI PRINCIPE – In data 19 marzo 2021 abbiamo dedicato un articolo alla rilevante personalità di don Peppe Diana, con il titolo: “A 27 ANNI DALL’OMICIDIO DI DON PEPPE DIANA OCCORRE UNA RIFLESSIONE TEOLOGICO-POLITICA SULLA SUA VISIONE PROFETICA: È GIUSTO CHIEDERSI SE IL SACERDOTE ASSASSINATO DAL TERRORISMO DELLA CAMORRA SIA STATO IL PIÙ INTELLIGENTE POLITICO DELLA SUA TERRA”. Sappiamo che la nostra nota è stata letta con attenzione sia nella società civile sia negli ambienti ecclesiastici, non sempre condividendo la tesi espressa. I rilievi critici tendevano a sottolineare il significato profetico e teologico di don Peppe Diana, ma non tutti sono convinti che il sacerdote di Casal di Principe abbia avuto anche un ruolo – in senso lato – “politico”. Per la verità, noi avevamo indicato una natura teologico-politica nel suo impegno: non un’eresia, la sua, ma un atteggiamento perfettamente ortodosso nello scenario della grande potenza teologico-politica della Chiesa Cattolica.
Ora, del tutto involontariamente, porta acqua alla nostra tesi una nota pubblicata su Facebook dall’ex parlamentare Lorenzo Diana, in occasione della morte di Michele Corvino. Ha scritto tra l’altro Lorenzo Diana: “Michele Corvino fu eletto al Senato nelle elezioni del 27 e 28 marzo 1994, ad una settimana dall’assassinio di don Peppe Diana, che ce l’aveva proposto pochi mesi prima come candidato al Parlamento. All’epoca io ero il segretario provinciale del PDS e lavoravo con il partito ad ampliare l’alleanza dei Progressisti, che includesse non solo tutta la sinistra (PDS, PSI, Rifondazione), ma anche ampie realtà cattoliche, facendo in modo che nel territorio di ogni collegio senatoriale ci fosse almeno un candidato cattolico progressista. All’epoca il Partito Popolare presentò liste autonome. Dopo un paziente lavoro politico scegliemmo i tre candidati, a Caserta Sergio Tanzarella, nota personalità,vicina al vescovo Nogaro, nel Matese Pasquale La Cerra, di Alleanza Democratica, nell’Agro aversano Michele Corvino dei Cristiani sociali di Pierre Carniti. Dopo più dialoghi, anche con il vescovo di Aversa, Lorenzo Chiarinelli, arrivai ad un dialogo con don Peppe Diana, con il quale lavoravamo da anni per fiaccolate e marce contro la camorra, specie dopo il documento ‘Per amor del mio popolo non tacerò’ diffuso a Natale del 1991. Ci incontrammo più volte a casa di Michele Corvino io, don Peppe, Renato Natale e lo stesso Michele. Don Peppe ci propose il presidente dell’Azione cattolica della sua parrocchia, cioè Michele, che era già stato più volte consigliere comunale. Alla conclusione quasi della campagna elettorale, all’alba del 19 marzo, ci trovammo davanti alla tragedia del corpo di don Peppe, ucciso dalla camorra nella sua chiesa. Nove giorni dopo, mentre Berlusconi vinse in Italia, ma non in Campania, nella nostra provincia furono eletti sette parlamentari progressisti rispetto ai quattro del centrodestra. Il più alto numero di parlamentari della sinistra nella storia della provincia di Caserta. I nostri eletti furono Ferdinando Imposimato, Michele Corvino, Sergio Tanzarella, Pasquale La Cerra, Mario Gatto,Giacomo De Angelis ed io. Nella successiva legislatura Michele entrò alla Camera dei deputati, divenendo membro della commissione parlamentare agricoltura. Michele era uomo di fede, persona mite, umile e perbene”. Soprattutto – aggiungiamo noi – era espressione della teologia politica di don Peppe Diana.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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