VAIRANO S. – Nonostante la pioggia di questa mattina (25 gennaio), i cittadini non hanno rinunciato alla manifestazione organizzata dai comitati ambientalisti contro il progetto della Edison, che vorrebbe impiantare una centrale a turbogas sul territorio di Presenzano, in un’area che già ospita impianti a significativo impatto ambientale. Il corteo è partito intorno alle 10 per le strade di Vairano Scalo con in testa gli agricoltori con i propri trattori, tante mamme con i propri figli e molti studenti. I manifestanti hanno successivamente bloccato la strada statale Casilina e la strada che porta allo svincolo autostradale di Caianello. Dopo alcune ore di blocco, il corteo è ritornato al punto di partenza. Intanto, i comitati hanno annunciato una nuova protesta per il 9 febbraio, quando si ritroveranno nei pressi dei terreni interessati dai lavori della Edison e della Geko per una giornata che hanno definito di “convivialità”.
Ecco la nota diffusa dallo Spazio Cales dopo la lunga mattinata odierna:
Stamattina, nonostante il freddo e la pioggia, in centinaia sono scesi in strada a Variano Scalo contro il folle progetto di realizzare una centrale Turbogas a Presenzano, piccolo comune in cui, da decenni, uno dei bacini idroelettrici più grandi d’Europa produce energia in gran quantità. Lo stesso tipo di centrale, realizzata dalla stessa ditta, che a Sparanise ha disatteso tutte le mirabolanti promesse di sviluppo e inquinato l’aria e la vita pubblica. Oggi come allora, difronte all’esercizio democratico e alla discussione a viso aperto, c’è chi tenta di avvelenare i pozzi della democrazia e della partecipazione attraverso una vergognosa e collaudata macchina del fango. Anche a Sparanise (e sarà solo un caso che i costruttori erano gli stessi) i cittadini e i comitati vennero quotidianamente diffamati da qualche “giornalista professionista” che, stranamente, si sentiva “minacciato”. Fa specie sapere che, in terra di camorra, c’è chi si sente minacciato dalla gente comune quando si ribella alle angherie. Anche allora, infatti, una sapiente e costosa campagna stampa, tentò di dipingere la cittadinanza attiva come un manipolo di criminali. Salvo poi emergere che i criminali erano ben altri e che le uniche vere minacce erano quelle degli speculatori contro i territori. Stamattina, tuttavia, il sinistro coro fatto di gufi, ruffiani e cialtroni vari, è stato seppellito da uno tsunami di dignità inarrestabile che non ha paura dei vostri soldi, del vostro potere e della vostra arroganza. Prossimo appuntamento il 9 febbraio per un pranzo sociale al cantiere dove è previsto l’ecomostro. Noi ci saremo.
Giù le mani da Terra di Lavoro.