CALVI R. – Lettera aperta del consigliere Marrocco inviata al Caporedattore del TGR Campania, in data 12 settembre 2013, a seguito della richiesta dell’amministrazione comunale “di denunciare l’annosa questione archeologica che tuttora destina al degrado la parte primordiale dell’antica Cales”. Una sorta di autodenuncia del primo cittadino di Calvi Risorta per non avere contribuito in tutti questi anni al miglioramento dell’immane patrimonio archeologico di Calvi Risorta. L’incuria di tutte le istituzioni è stata ampiamente documentata dal servizio giornalistico; cumuli di immondizia, rifiuti di ogni genere, anche pericolosi e radioattivi, vegetazione spontanea, fanno da cornice a quanto di più caro resta del nostro passato. Alla manifestazione era presente anche il Comitato per l’agro caleno: NO CENTRALE A BIOMASSE, seppure le telecamere l’abbia ignorato, per “denunciare” il potenziale danno ambientale che proprio tale insediamento può favorire, complice l’inerzia dell’Amministrazione. Una denuncia, quella di Caparco Antonio, che ha il sapore amaro di un boomerang, le cui finalità lasciano un’infinità di dubbi. Ecco il testo della lettera:
“Egregio Dottore, è un cittadino di Calvi Risorta che Le scrive, nonchè rappresentante del popolo in quanto consigliere comunale di codesto comune. Da un sito locale apprendo la presenza sul nostro territorio di una troupe della RAI regionale sede di Napoli e precisamente nella zona dove è ubicata la Cattedrale Romanica e il Castello Aragonese, sperando che non venga esclusa la vasta area archeologica dell’Antica Cales. Area dimenticata, oggetto di strumentalizzazione durante le campagne elettorali, ciò lo dimostra lo stato di abbandono e incuria in cui si trova la zona di pertinenza comunale (vedi la strada che porta al Teatro Romano, al Ponte delle Monache ed altri siti).
Da anni nessuna Amministrazione ha mai fatto nulla per riportarla a vecchia gloria, eccezione per la Cattedrale curata dal Parroco e il Castello che è in ristrutturazione per opera della Soprintendenza. Solo alcune Associazioni locali (tutti volontari), come l’ArcheoClub, l’Archeo Cales e Demetraviva, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Culturali, negli ultimi anni si sono prodigate per rendere fruibile quest’area e favorire la presenza di centinaia di visitatori, a titolo gratuito, senza che l’Amministrazione abbia mai collaborato.
Che la RAI raccolga la denuncia di una “annosa questione archeologica”, ne siamo ben lieti, noi caleni, ma in tutto questo tempo cosa è stato fatto da coloro che adesso denunciano? E’ possibile che solo in questo frangente ci si renda conto del degrado?
E allora ben venga la presa di coscienza e l’impegno per tutelare la nostra cultura.
Ci viene un dubbio: come poter conciliare questa domanda di aiuto affinchè il nostro territorio venga rivalutato dal punto di vista archeologico se per anni non ci si è impegnati nemmeno per il minimo necessario, lasciando al volontariato l’onere?
Visto che con circa 40 telecamere della videosorveglianza solo una è posta a ridosso dell’imbocco della stradina che porta all’Area, sulla Strada Statale e quindi lontano dal sito sensibile. Visto che il depuratore che doveva raccogliere i liquami della frazione di Petrulo non è mai andato in funzione e che le stesse acque sversano in canali che circondano a Nord e a Sud l’Area archeologica. Visto che l’attuale Amministrazione è favorevole all’insediamento di una Centrale a biomasse la quale sarà costruita su una zona già inquinata(area ex Pozzi Iplave) a ridosso dell’Area antica nonostante tutti i Sindaci del comprensorio, e dico tutti, sono contrari a tale installazione, notizia piovutaci tra capo e collo senza che la popolazione ne venisse a conoscenza, se non per caso.
Con questi presupposti cosa vogliamo promuovere?
Quali prodotti della nostra terra vogliamo far conoscere, dato che a pochi metri c’è la Centrale a turbo gas ricadente sul Comune di Sparanise e ad altrettanti pochi metri c’è la Biopower ubicata sul Comune di Pignataro Maggiore? Entrambe oggetto di attenzioni degli inquirenti e delle cronache giornalistiche.
Dopo queste riflessioni cosa dobbiamo pensare? Che l’impegno sarà effimero come sempre, come già è avvenuto in passato? Sappia che per anni la nostra terra è stata mortificata ed oggi, a circa 8 mesi dalle elezioni Amministrative qualcuno si erge a paladino della Storia. Ben altri Uomini difendono la Storia. Noi adesso stiamo cercando di difendere la Vita.
Certo di poterLa incontrare o sentire, Le porgo distinti saluti
Dott. Giovanni Marrocco”
Luciana Antinolfi