PIGNATARO MAGGIORE – Il paese tristemente noto come “Svizzera dei clan” è allo sfascio. Lo dimostra una volta di più la foto – scattata dal giornalista Enzo Palmesano – della targa stradale di via Giovanni Falcone, crollata al suolo senza che nessuno si preoccupi di ripristinarla. Evidentemente agli amministratori comunali pignataresi non gliene importa nulla del ricordo del grande magistrato assassinato dalla mafia. A Pignataro Maggiore non bisogna mai meravigliarsi di niente, sappiamo bene quali sono i pensieri più importanti per gli inquilini di Palazzo Scorpio (sede dell’Amministrazione comunale) e del blocco sociale dei poteri forti che ne ha voluto le fortune politico-elettorali.
A Giovanni Falcone si dovrebbe rendere omaggio tutti i giorni – anche con il normale gesto di ripristinare una targa stradale – in ogni parte d’Italia, ma a Pignataro Maggiore ancor di più essendo la roccaforte della cosca Lubrano, alleata dei “corleonesi” di Totò Riina cioè gli assassini del valoroso magistrato. Dimenticare Falcone significa far finta di non sapere che Totò Riina è stato da latitante a Pignataro Maggiore, ospite del defunto capomafia Vincenzo Lubrano, quest’ultimo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Franco Imposimato, fratello del giudice Ferdinando Imposimato. Esistono, inoltre, intercettazioni ambientali nelle quali lo stesso boss Vincenzo Lubrano illustrava ai suoi interlocutori l’importanza del ruolo storico di Giovanni Falcone (odiatissimo dai mafiosi) nella lotta a Cosa Nostra.
Ora attendiamo di sapere quanto tempo impiegheranno – dalla pubblicazione di questo articolo in poi – gli amministratori comunali pignataresi per ripristinare la targa stradale di via Giovanni Falcone. In ogni caso non si salveranno dalla severe considerazioni dei cittadini che hanno il culto della memoria di Giovanni Falcone e di quanti sono stati assassinati dalle organizzazioni mafiose.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it