PIGNATARO M. – Si è concluso martedì, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il processo di primo grado che vedeva imputati l’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Pignataro Maggiore, Francesco D’Alonzo, e l’ex dirigente del Settore Patrimonio del Comune di Santa Maria Capua Vetere, oggi in pensione, Pasquale Zito. Il Giudice della prima sezione penale, il dottor Alberto Maria Picardi, ha condannato D’Alonzo ad un anno e sei mesi e Zito a due anni. I due erano accusati di aver adottato una procedura illeggittima nell’affidamento del servizio di vigilanza nella villa comunale di via Alcide De Gasperi a Santa Maria Capua Vetere alla “Proter Servizi” – negli anni della sindacatura di Enzo Iodice. Zito, infatti, avrebbe liquidato delle fatture alla ditta (della quale era legale rappresentante D’Alonzo) senza che a questa fosse mai stato formalmente affidato il servizio. Secondo il pubblico ministero, l’ex funzionario comunale – accusato di abuso d’ufficio – avrebbe commesso un atto forzato nelle procedure alle quali sono tenute le Pubbliche Amministrazioni.
E’ stato invece assolto Roccolato, responsabile della ditta per poco più di qualche mese e quindi ritenuto non responsabile dei fatti contestati. Nel corso di una precedente udienza era stato ascoltato in aula l’ex vicesindaco di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Campochiaro. Questi, che aveva ricoperto anche il ruolo di assessore all’Ambiente per il Comune di Santa Maria Capua Vetere, aveva riferito alla Corte: “La giunta non aveva approvato nessuna determina di affidamento, ma il vigilante nella villa c’era. Se ne era parlato, ma non avevamo deliberato nulla”. La posizione dell’ex diellino era già stata archiviata, ma le sue dichiarazioni erano state ritenute importanti, anche perché, nel suo ufficio in Comune, sarebbe stato trovato un preventivo per il servizio in questione, rilasciato dall’Istituto “Terra di Lavoro”, di cui la “Proter Servizi” è associata.