VITULAZIO – Un lettore ci scrive ancora una volta su quello che è il tema del momento: la questione ambientale. Ecco di seguito la riflessione sulle ultime vicende:
Signor direttore,
come il nostro sindaco sa bene il problema dello smaltimento di rifiuti di ogni genere non va affrontato secondo logiche mirate al sabotaggio per interessi di parte, ma con criteri di scelta intelligenti che io dico: condizionino il no (questo) affinche’ si (faccia quest’altro). Ora Scialdone e Romano sono ogni giorno alla ricerca ossessiva di argomenti da scagliare contro l’Amministrazione Russo per sole ragioni di parte (che’ poi non si capisce quale vantaggio possano averne). Il problema dello smaltimento dei rifiuti finora quasi ovunque e’ stato affrontato in un modo irragionevole che vedeva scontrarsi i si ed i no all’inquinamento e pericolo per la salute che comportano inceneritori, termovalorizzatori, eccetera. Ora che si dica no a fonti di inquinamento e si alla salute dei cittadini mi pare elementare ma non lo sarebbe il fatto di essere capaci di mostrare intelligenza nel sapere dire certo di no a “questo”, che mette a rischio la salute, in favore pero’ del si a quest’altra cosa che determina un vero fatto degno di notizia ed acclamazione: risolvere il problema consentendo lo smaltimento dei rifiuti senza inquinare l’ambiente – esponendo a rischio la salute – e in modo da creare perfino una occasione per ottenere un vantaggio economico e di risparmio di costi con un indotto che in base ad un ciclo di lavorazione “riutilizzi” e dia profitto con reddito e vantaggio sociale. Insomma si sa da sempre che l’attivita’ economica non tralascia alcuna produzione di utile e che rappresenti occasione di guadagno. Perfino il “riempire buche” come prospettava Keynes. Ma il vero problema e’ poi di razionalizzare le attivita’ economiche in modo che esse salvaguardando i primari ed elementari diritti dei cittadini alla salute (e alla qualita’ di vita) procurino occasioni di crescita e di sviluppo in vista di benessere e dignita’ per ognuno. Come insegna “mastro Geppetto” da un pezzo di legno qualunque si puo’ ricavare un burattino quasi umano. Forse Collodi alludeva proprio ad un Pinocchio come simbolica rappresentazione della vita che nasce da materia inerte… io credo il bene che nasce da un lavoro umile che non crea oggetti presto obsoleti ma oggetti che resistono tutto il tempo in cui dura un bisogno e che non siano dozzinali ma in un certo senso “animati” e compagni nella vita pur tra disavventure ed arrischi. Io farei la proposta di una “spazzatura/pinocchio” per il riciclo industriale dei rifiuti.