Workshop ‘Teano: un esempio per ripartire’

Workshop ‘Teano: un esempio per ripartire’

TEANO – L’on. Isabella Adinolfi, deputata al Parlamento Europeo, membro della Commissione per la cultura e l’istruzione (CULT), ha deciso di organizzare nella sua circoscrizione un ciclo di eventi che hanno per oggetto le problematiche legate alla gestione/valorizzazione dei nostri beni culturali e le strategie da mettere in campo per far sì che monumenti straordinaricome il complesso di Teano possano costituire da potentissimo propulsore per un turismo sostenibile che coinvolga le realtà associative e produttive del territorio. La prima tappa, di quello che possiamo definire un vero e proprio tour archeologico-culturale dei più rilevanti monumenti campani abbandonati e quasi dimenticati, si terrà non a caso proprio a Teano:la mancanza di manutenzione ordinaria e l’incuria hanno decretato infatti la chiusura al pubblico del sito archeologico.

Quale futuro per il sito e per il territorio?

9 autorevoli voci, moderate dall’archeologo e collaboratore de “Il Fatto Quotidiano” Manlio Lilli, risponderanno a questa domanda in un confronto dialettico sui problemi ma soprattutto sulle potenzialità, le possibili soluzioni per uscire da questa situazione. 

Interverranno:

–      Antonio Salerno Direttore del Museo Archeologico di Teano;

–      Alfredo BalascoDelegato Italia Nostra sez. “A. Franzese” di Caserta;

–      Danilo Raimondi, Vicepresidente dell’associazione “Teano in Movimento”;

–      Enzo Falco, giornalista di “Saperi Golosi”, fornirà una visione d’insieme di tutte le eccellenze agricole, eno-gastronomiche, che esprimono l’unicità dei prodotti del territorio teanese;

–      Isabella Adinolfi, Deputato al Parlamento Europeo e i Consiglieri Regionali Michele Cammarano e Vincenzo Viglione, interverranno per la parte politica.

Adinolfi: Dobbiamo necessariamente pensare a una nuova idea di sviluppo che punti sulla reale valorizzazione dei nostri beni culturali e del nostro territorio. Il concetto di tutela e salvaguardia è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Assistiamo alla celebrazione della valorizzazione come panacea universale, dove “valorizzazione” si traduce però nella consumazione dei beni culturali intesi come merce, senza nessun rispetto per le opere d’arte, per la loro tutela. I nostri beni culturali, se realmente “valorizzati”, conservati, possono costituire realmente da volano potentissimo per le attività economiche del luogo, legate all’agricoltura, all’artigianato, a un turismo sostenibile. Però senza questo rispetto, senza questa attenzione per la conservazione dei nostri monumenti identitari, delle colture che caratterizzano storicamente il nostro paesaggio, viene meno anche la tanto agognata “produttività” e prima di tutto la nostra stessa identità culturale. 

C.S.

Commenta con Facebook